Autismo: «Formare per includere bambini e famiglie»

La Pastorale familiare a supporto del progetto “Educautismo” per la formazione di una rete di esperti che supporteranno docenti, familiari e associazioni in tecniche di inclusione sociale

Una rete di esperti che si occuperanno di fornire ai docenti, ai familiari e alle associazioni le tecniche per contrastare le difficoltà scolastiche e di inclusione sociale dei bambini autistici. Nascerà grazie al progetto pilota “Educautismo”, presentato all’Istituto Superiore di Sanità, nell’ambito del convegno “Counseling familiare e scolastico per i disturbi dello spettro autistico. Modello integrato di formazione tra sanità, scuola e famiglia”. Una novità nella presa in carico delle persone affette da autismo e nella formazione di chi le assiste grazie alla collaborazione tra l’Istituto Superiore di Sanità, l’Asl di Latina e il Centro per la Pastorale familiare del Vicariato di Roma.

Durante gli incontri, che si svolgeranno
in luoghi formativi come scuole, oratori o centri sportivi, sarà utilizzata la metodologia “Behavior Skill Training”, che permette anche ai non esperti un apprendimento facilitato di tecniche di comunicazione e di interazione con la persona autistica. A Roma la formazione si farà nella parrocchia di San Bonaventura e in altri luoghi che aderiranno al progetto nelle diverse zone della città. L’obiettivo è quello di sensibilizzare sull’autismo e sostenere i bambini con disturbi dello spettro autistico, nell’ambito dell’intero percorso di vita, attraversando tutti i momenti educativi, dalla formazione scolastica a quella religiosa e parrocchiale.

«Abbiamo contribuito alla validazione di questo progetto partecipando anche alla formazione degli operatori e degli insegnanti poiché riteniamo che questo modello presenti caratteristiche di sostenibilità importanti che vorremmo estendere su più larga scala – afferma Aldina Venerosi, ricercatore dell’Istituto Superiore di Sanità –. Il coinvolgimento di un’intera rete attraverso una partecipazione sinergica ci permette di utilizzare risorse già presenti nella scuola e nel territorio per rispondere ai bisogni complessi che impone questo tipo di patologia. Inoltre questi modelli applicati nel quotidiano, e non in ambienti specialistici o separati, rendono tutta la comunità più preparata a interagire con il bambino permettendogli di aumentare le sue opportunità di apprendimento e le sue possibilità di inclusione sociale».

A sostenere il percorso, soprattutto
sul versante della famiglia, il Centro per la Pastorale familiare che coinvolge nel progetto parrocchie, associazioni di settore e animatori volontari: «Proprio per supportare le famiglie abbiamo pensato di utilizzare molte delle figure che collaborano con noi e agiscono nelle comunità educative – spiega il direttore, monsignor Andrea Manto –. Con il nostro contributo vogliamo sottolineare il valore dell’accoglienza e di una presa in carico in continuità tra scuola, famiglia e oratorio. Vogliamo che il percorso formativo attuato favorisca l’accoglienza umana e l’inclusione sociale dei bambini autistici e delle loro famiglie, vincendo l’indifferenza e la solitudine con la partecipazione di tutti».

Già dalle prossime settimane il team di operatori sanitari sarà impegnato in undici istituti comprensivi di Latina nell’assistenza e nella formazione di associazioni e docenti che si confrontano ogni giorno con alunni con disturbi dello spettro autistico. «La definizione a livello territoriale di un percorso sanitario per l’assistenza integrata in rete rivolta alle persone con autismo con tutti gli attori coinvolti – conclude Giorgio Casati, direttore generale dell’Asl di Latina – è ormai divenuta un’esigenza prioritaria che permette di superare la frammentarietà degli interventi per un’efficace, appropriata e sostenibile azione di governance».

 

19 aprile 2018