Attentato al premier iracheno
Ferite 6 guardie ma illeso il primo ministro. Il patriarca Sako invita a pregare per lui e per il Paese, perché «continui a camminare con fiducia verso la sicurezza»
Nella notte tra sabato 6 e domenica 7 novembre tre droni imbottiti di esplosivo sono stati lanciati sulla residenza del premier iracheno Mustafa al-Kazimi, nella Zona verde di Baghdad, la più sorvegliata del Paese. Il premier è rimasto illeso; ferite almeno 6 guardie del corpo. Lo ha riferito il patriarca caldeo di Baghdad Louis Raphael Sako, che ieri, 7 novembre, nella Messa presieduta nella chiesa del Sacro Cuore nella capitale irachena ha invitato a pregare per il primo ministro e per tutto il Paese, affinché «continui a camminare con fiducia verso la sicurezza, la stabilità e un futuro prospero».
L’attentato, finora non rivendicato, ha messo in allarme l’Iraq su una nuova escalation di violenza. Da giorni nel Paese si susseguono proteste contro l’esito del voto legislativo dello scorso 10 ottobre, tra accuse di brogli e scontri armati. «Sto bene, lode a Dio, e chiedo calma e moderazione da parte di tutti per il bene dell’Iraq», le parole affidate a un tweet, subito dopo l’attentato, da parte del premier al-Kazimi. Il presidente Barham Saledh, ha parlato di un tentativo di golpe. Secondo fonti di sicurezza di Baghdad, i droni «sono stati lanciati da un sito vicino al Ponte della Repubblica», non distante dalla zona dove centinaia di manifestanti filo-iraniani protestano da giorni contro l’esito del voto. I dimostranti, che avevano dato fuoco ai ritratti del premier, denunciano irregolarità nelle urne, dove le forze del leader sciita nazionalista Moqtada al-Sadr hanno rivendicato la vittoria, mentre il braccio politico delle milizie paramilitari Hashed al-Shaabi vicine all’Iran ha perso numerosi seggi.
La comunità internazionale intanto, a cominciare da Usa e Ue, ha già espresso la condanna dell’attacco. Il presidente americano Joe Biden ha parlato di «attacco terroristico» contro il primo ministro dell’Iraq, auspicando che i responsabili siano individuati e perseguiti. Prima di lui, il portavoce del Dipartimento di Stato americano Ned Price aveva dichiarato: «Siamo sollevati nell’apprendere che il primo ministro è rimasto illeso. Questo apparente atto di terrorismo, che condanniamo fermamente, è stato diretto al cuore dello Stato iracheno. Siamo in stretto contatto con le forze di sicurezza irachene incaricate di difendere la sovranità e l’indipendenza dell’Iraq e abbiamo offerto la nostra assistenza mentre indagano su questo attacco». Altrettanto ferma la posizione dell’Alto rappresentante Ue Josep Borrell: «Qualsiasi violenza è inaccettabile – afferma – e non deve essere consentito di minare il processo democratico. Calma, moderazione e dialogo sono essenziali nel periodo post-elettorale. Tutte le parti devono impegnarsi nel dialogo politico e nella cooperazione per affrontare le sfide che l’Iraq sta gestendo nell’interesse del Paese e del popolo iracheno. L’Ue – la rassicurazione – continua a sostenere il popolo iracheno nel suo cammino verso la pace, la stabilità e la prosperità». Una «condanna con fermezza» arriva anche dall’Italia, che conferma il suo sostegno alla stabilizzazione dell’Iraq, «condizione essenziale per il rilancio economico e l’attuazione di riforme necessarie ad assicurare al Paese un futuro di pace e prosperità».
8 novembre 2021