Attentati in Sri Lanka, la condanna del mondo cattolico

Sant’Egidio: «Violenza cieca che ha come unico obiettivo seminare terrore e minare la coabitazione». Acs: «Libertà religiosa torni a essere diritto di serie A»

Nella Pasqua insanguinata dalla strage nello Sri Lanka, anche la Comunità di Sant’Egidio esprime il suo «profondo dolore» e si stringe attorno al popolo e alla Chiesa cattolica del Paese, esprimendo al contempo «la più ferma condanna nei confronti di chi ordisce trame omicide contro persone innocenti, inermi e in preghiera». In una nota diffusa nella giornata stessa di domenica 21 aprile, dalla Comunità parlando di «una violenza cieca che ha come unico obiettivo seminare terrore e minare ogni tessuto di coabitazione. Sgomenta – si legge nel testo – la scelta di colpire i cristiani proprio nel giorno di Pasqua, la festa più importante dell’anno, in chiese tra l’altro frequentate anche da musulmani e buddisti e dove si vive uno spirito di coabitazione pacifica tra credenti di diverse religioni».

Per i responsabili di Sant’Egidio, «la vita pacifica dei cristiani resta la più grande risposta a chi cerca di seminare odio e divisione. Non lasciamo solo lo Sri Lanka, i cristiani – è l’invito – e manifestiamo la più forte solidarietà di tutte le Chiese e dei credenti di tutte le religioni, percorrendo ogni strada possibile di riconciliazione e pace». All’aiuto concreto alle «minoranze religiose oppresse» invita anche la fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs), invitando a manifestare «reale, e non di sola facciata, indignazione» e a sostenere «una battaglia culturale e politica perché la difesa della libertà religiosa torni a essere un diritto di serie A. Se ciò non accadrà adesso dopo sarà troppo tardi». Alfredo Mantovano e Alessandro Monteduro, rispettivamente presidente e direttore di Acs Italia, sottolineano come la persecuzione anticristiana «non conosca confini. E non conosce tregue legate alle più importanti celebrazioni liturgiche come ovviamente la domenica di Pasqua».

Andando indietro negli anni, ricordano che nel 2016 nel giorno della Risurrezione di Gesù ad essere colpita da un attacco terroristico a opera di un kamikaze talebano fu la comunità cristiana del Pakistan. Nel 2017 «l’orribile destino Isis lo riservò alla comunità copta in Egitto; oggi l’estremismo religioso ha colpito la Pasqua della comunità cristiana nello Sri Lanka. Aiuto alla Chiesa che Soffre – proseguono i due responsabili – piange questi fratelli assassinati durante la Messa soltanto perché cristiani. Colpevoli, per i persecutori, di una duplice colpa: essere appunto cristiani, pacifici e pacificatori, ed essere, in quanto cristiani, percepiti vicini ai Paesi d’Occidente».

Per «le anime delle vittime» e per «una rapida guarigione dei feriti» negli attentati dello Sri Lanka si è alzata anche la preghiera della Chiesa di Terra Santa. «Chiediamo a Dio di ispirare i terroristi a pentirsi delle loro uccisioni e intimidazioni», si legge in un messaggio diffuso a poche ore dagli attacchi. «Notizie tristi, che provocano rabbia – le parole usate nella nota -, giunte mentre i cristiani celebrano la Pasqua. Nonostante il grande dolore – si legge nel testo – celebriamo la risurrezione di Cristo e diamo speranza agli altri, specialmente a coloro che sono disperati».

23 aprile 2019