Attacco a Nizza, Sant’Egidio: «Evitare strumentalizzazione delle religioni»

Dalla Comunità l’invito a «preservare i luoghi di culto». Ucei: «Europa minacciata non solo dall’emergenza sanitaria». Acs: «Confronto franco con l’Islam»

Anche la Comunità di Sant’Egidio si unisce alle voci di solidarietà alla Chiesa e al popolo francese dopo l’attentato che ieri mattina, 29 ottobre, ha causato la morte di tre persone nella basilica di Notre-Dame, a Nizza. Un gravissimo attacco che «accanto alla pietà per le vittime e alla vicinanza ai loro familiari, suscita grande sdegno e chiede a tutti una ferma condanna», si legge in una nota diffusa nel pomeriggio».

Da Sant’Egidio, parole di vicinanza al popolo francese e alla diocesi di Nizza, «bersaglio di questo ultimo atto di insensato quanto barbaro terrorismo», e l’invito ai credenti di ogni fede, in particolare cristiani e musulmani, «a dissociare la religione da ogni forma di violenza perpetrata in nome di Dio. Occorre assolutamente evitare nuove, pericolose, strumentalizzazioni delle religioni – prosegue ancora il comunicato – e arrestare il tentativo di giungere ad un nuovo “scontro di civiltà” dettato da motivi economici, politici e ideologici, lontano da genuine espressioni di fede ma con l’obiettivo di minare la coabitazione e l’integrazione, costruite non senza problemi nel corso degli anni in Europa». Proprio per questo, i luoghi di culto, come «chiese, moschee, sinagoghe, rappresentano, anche simbolicamente, i primi spazi da preservare e sottrarre alla violenza, perché luoghi di preghiera in cui l’odio è bandito e dove Dio è il nome della pace».

Parla di «orrenda strage» la presidente delle Comunità ebraiche italiane Noemi Di Segni. Un evento che «ci ricorda che quella sanitaria e socio economica non è l’unica emergenza che siamo chiamati ad affrontare», scrive in una nota. Nelle parole di Di Segni, «non meno significativa» della pandemia è la sfida «posta da un Islam radicale che punta a distruggere le nostre società, i nostri simboli e i nostri valori. Un obiettivo esplicitato anche dalle parole di leader politici che da tempo hanno gettato la maschera – prosegue -. L’Europa, la nostra idea di Europa, è minacciata. Ma potremo difenderla solo se realmente consapevoli delle vite di singoli e comunità intere ormai in pericolo. Solo se convinti della coerenza di non poter mettere sullo stesso piano ogni gruppo e ogni parola. Non è più il tempo di esitazioni e tentennamenti».

Preghiera per le vittime e i feriti da parte della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs), che ricostruisce il filo che lega l’attacco a Nizza all’assassinio del professore Samuel Paty, decapitato per aver mostrato in classe due vignette sul profeta Maometto pubblicate da Charlie Hebdo, e che «si inserisce in una crisi internazionale causata da una vignetta sul presidente turco Erdogan, pubblicata in copertina dalla medesima testata». Nel condannare «l’ennesimo atto terroristico», Alfredo Mantovano e Alessandro Monteduro, rispettivamente presidente e direttore di Acs Italia, ricordano che «la necessità di un confronto franco, civile e non superficiale con l’Islam deve unirsi alla consapevolezza che prevenzione e repressione criminale sono le sole risposte per gli islamisti estremisti, soprattutto per i responsabili dei reati, senza ipocrite o implicite giustificazioni». A questo però, proseguono, «deve affiancarsi la consapevolezza che la risposta al radicalismo che strumentalizza la religione e colpisce la persona non può essere la rivendicazione di una malintesa “libertà” di espressione, che giunga all’offesa e al dileggio dei simboli di fede, di qualunque confessione».

Il richiamo della fondazione è anzitutto agli intellettuali e ai media europei, da cui «ci si attende più coraggio nella denuncia degli estremismi, soprattutto quando perseguitano singoli fedeli o pacifiche minoranze religiose, e al tempo stesso una netta presa di distanza da quel laicismo che, in nome della libertà,  viola i diritti naturali di singoli e gruppi e offende il sentimento religioso: un errore – concludono Mantovano e Monteduro – non si combatte mai con un errore di segno contrario».

30 ottobre 2020