Attaccata una chiesa in Burkina Faso. Il «dolore» del Papa

Il tweet diffuso dal direttore ad interim della Sala stampa vaticana Gisotti: «Prega per le vittime, per i loro familiari e per tutta la comunità cristiana del Paese»

Erano le 9 di mattina ieri, domenica 12 maggio, quando un commando di circa 20 uomini armati, sedicenti jihadisti, tra i 20 e i 30 anni, ha fatto irruzione aprendo il fuoco nella parrocchia del Beato Isidore Bakania a Dablo, nel nord del Burkina Faso. Sei le vittime: il sacerdote, 34 anni, e altri cinque fedeli. «Il Santo Padre ha appreso con dolore la notizia dell’attacco», si legge in un tweet diffuso dal direttore ad interim della Sala stampa vaticana Alessandro Gisotti: «Prega per le vittime, per i loro familiari e per tutta la comunità cristiana del Paese».

Secondo quanto riferiscono fonti locali, il commando, arrivato a bordo di diverse moto, ha circondato la chiesa. L’obiettivo dell’attacco era il sacerdote burkinabè Abbé Siméon Yampa, 34 anni, incaricato del dialogo interreligioso nella sua diocesi. Quando ha cercato di scappare, i terroristi lo hanno rincorso e gli hanno sparato. Poi, rientrati in chiesa, hanno fatto sdraiare i fedeli in terra, ne hanno scelti cinque e hanno sparato a freddo anche a loro. I terroristi quindi, ha raccontato il sindaco di Dablo Ousmane Zongo, hanno «dato fuoco alla chiesa incendiato negozi e un bar, per poi assaltare un ambulatorio e dare alle fiamme anche questo».

La città è piombata nel panico e la gente si è barricata in casa mentre le attività commerciali hanno chiuso i battenti. Dalla città di Barsalogho, a 45 chilometri, sono stati inviati militari che hanno compiuto rastrellamenti per tutta la giornata di ieri.

13 maggio 2019