Atletica, Fidal su medaglia 4×400: «Bellissime rappresentanti d’Italia»

Sette ori, 8 argenti e 8bronzi. È il bottino della squadra azzurra di atletica alla 18esima edizione ai Giochi del Mediterraneo. Spicca la vittoria della staffetta femminile, che suscita reazioni sul web

Sette medaglie d’oro, otto d’argento e otto bronzi. È il bottino della squadra azzurra di atletica alla 18esima edizione ai Giochi del Mediterraneo. Un risultato positivo in vista degli Europei di Berlino che ci saranno tra un mese. Tra le medaglie vinte spicca sicuramente quella della 4×400 femminile, una conferma, come spiega il direttore tecnico dell’Alto livello Elio Locatelli, che parla di una staffetta che «con le donne è una certezza da tempo». Ma la vittoria delle 4 ragazze sta facendo molto discutere sul web, soprattutto sui social: il papà di Maria Benedicta Chigbolu è infatti nigeriano, Ayomide Folorunso in Nigeria c’è nata prima di trasferirsi molto piccola in Italia; Raphaela Lukudo è invece arrivata in Italia poco dopo la nascita; Libania Grenot, che invece è cubana, si è sposata con un italiano e ha ottenuto la cittadinanza nel 2008.

«Questo risultato dal punto di vista sportivo non fa altro che confermare quello che è il buonissimo momento dell’atletica – spiega il presidente della Federazione italiana di atletica (Fidal) Alfio Giomi -. Siamo tutti felicissimi». Quello che invece ha scarso significato, dal punto di vista dell’atletica italiana, «è tutto il resto. Nell’atletica c’è il massimo del rispetto, non credo che ci sia qualcuno che voglia disconoscere il ruolo delle atlete – sottolinea, orgoglioso del successo degli azzurri -. Che rappresentano l’Italia, punto. Che tutte insieme hanno cantato l’inno, punto». Si tratta di «4 atlete italiane che hanno vinto una splendida medaglia. Tutti insieme cantano l’inno. Sono 4 bellissime rappresentanti dell’Italia. Tutto il resto non appartiene all’altetica».

Una vittoria, questa, che potrebbe però calmare un po’ gli animi e mettere tutti d’accordo: «Non credo che ci sia qualcuno che disconosca il valore delle atlete, nessuna parte politica – prosegue il presidente Fidal -. Sono 4 atlete italiane, come i colleghi delle altre discipline. Sono rappresentanti di un’Italia bellissima. Tutto il resto è una aggiunta che non ci appartiene. Per noi il colore della pelle non è un problema: sono atlete, punto». Questo, per Giomi, «è patrimonio comune di tutti, bellissimo».

3 luglio 2018