Assalto di Hamas a Israele. Il Papa: «Le armi si fermino!»

L’appello per la nuova guerra innescata dall’attacco partito all’alba del 7 ottobre dalla Striscia di Gaza con 5mila razzi. Oltre 100 gli ostaggi, civili e militari, nelle mani dei miliziani palestinesi. La Cei: la comunità internazionale «faccia ogni sforzo per la stabilità»

«Seguo con apprensione e dolore quanto sta avvenendo in Israele, dove la violenza è esplosa ancora più ferocemente, provocando centinaia di morti e feriti». Al termine dell’Angelus di ieri, 8 ottobre, in piazza San Pietro, Papa Francesco ha portato l’attenzione dei fedeli sulla nuova guerra innescata in Terra Santa dall’attacco lanciato da Hamas verso Israele all’alba di sabato 7 ottobre. 5mila i razzi sparati verso il sud e il centro del Paese, comprese Tel Aviv e Gerusalemme. Oltre 100 gli ostaggi, militari ma soprattutto civili, israeliani e non solo, condotti a Gaza dai miliziani palestinesi.

Immediata la replica di Israele, che ha colpito le strutture militari di Hamas nella Striscia, riprendendo il controllo su una serie di insediamenti nel sud del Paese. Nella notte tra 7 e 8 ottobre, il premier israeliano Bejamin Netanyahu scriveva sui social che la guerra «ci è stata imposta da un attacco omicida di Hamas». La prima fase prevede la «distruzione della maggior parte delle forze nemiche» che si sono infiltrate in Israele e hanno ucciso civili e soldati. Israele, sono ancora le parole di Netanyahu, ha anche lanciato un’offensiva a Gaza «e continuerà senza esitazione e senza tregua, fino al raggiungimento degli obiettivi». Poche ore dopo, Hezbollah – il gruppo paramilitare islamista e sciita libanese – rivendicava i colpi di mortaio sparati dal Libano verso il nord di Israele, in solidarietà con la «resistenza palestinese». Nessun ferito tra le forze di difesa israeliane, che hanno risposto con attacchi di artiglieria. L’ala militare di Hamas, le Brigate al Qassam, citate da fonti locali, hanno fatto sapere intanto che gli ostaggi israeliani sono tenuti nei tunnel dell’organizzazione nella Striscia, in «case sicure».

Sempre nella giornata di ieri, 8 ottobre, il gabinetto di sicurezza del governo israeliano ha votato la messa in stato di guerra del Paese, dando il via libera ad «attività militari significative», ha reso noto l’ufficio del premier Netanyahu. Un passaggio necessario, in base alle leggi israeliane, secondo le quali non si può andare in guerra senza una decisione del governo. L’aviazione israeliana ha quindi colpito massicciamente la Striscia di Gaza, soprattutto nelle aree usate dai terroristi per lanciare attacchi contro Israele, ha spiegato il portavoce militare, mentre nel frattempo il capo distato maggiore Herzi Halevi ha riunito il Comando militare del sud a Beer Sheva.

L’ufficio di Netanyahu ha comunicato che il premier ha avuto colloqui con la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il primo ministro britannico Rishi Sunak, riferendo che «i leader hanno espresso un sostegno incrollabile al diritto di Israele all’autodifesa». Tra l’altro, ci sarebbe anche una giovane tedesca tra gli ostaggi di Hamas, mentre un cittadino britannico di 20 anni in servizio nell’esercito israeliano è rimasto ucciso in un attacco, così come una donna francese. Ieri sera, riunito il Consiglio di sicurezza Onu, a porte chiuse. E in Italia, il capo della Polizia Vittorio Pisani scrive a prefetti e questori: «Necessario rafforzare i servizi di vigilanza e controllo del territorio a carattere generale».

Dal leader di Hamas Abu Ubaida, in un discorso a Gaza, «gratitudine alla Repubblica Islamica dell’Iran per il sostegno fornito in termini di armi, finanziamenti e altre risorse», nell’organizzazione dell’operazione “Alluvione Al-Aqsa”. E per quanto riguardo l’annuncio da parte degli Stati Uniti di ulteriori aiuti militari a Israele, da Hamas è stato definito, in una nota, «una reale partecipazione all’aggressione contro il nostro popolo. Queste azioni – si legge nella dichiarazione – non spaventano il nostro popolo né la resistenza che continuerà a difenderlo». Gli Usa intanto – che stanno inviando navi militarie portaerei nel Mediterraneo orientale in segno di supporto a Israele – si attendono che il governo Netanyahu lanci un’ampia operazione via terra contro Hamas a Gaza nell’arco di 24-48 ore, riferisce il Washington Post citando alcune fonti, secondo le quali Israele avrebbe chiesto agli Stati Uniti altri missili per l’iron dome, bombe di piccolo calibro, munizioni per mitragliatrici e una maggiore cooperazione nella condivisione di informazioni di intelligence.

Salito intanto ad almeno 700 il numero dei morti da parte israeliana; 2.500 i feriti. A loro, e a tutte le famiglie delle vittime, è andata ieri la vicinanza di Papa Francesco. «Prego per loro e per tutti coloro che stanno vivendo ore di terrore e di angoscia – ha detto -. Gli attacchi e le armi si fermino, per favore, e si comprenda che il terrorismo e la guerra non portano a nessuna soluzione, ma solo alla morte e alla sofferenza di tanti innocenti – l’appello -. La guerra è una sconfitta: ogni guerra è una sconfitta! Preghiamo perché ci sia pace in Israele e in Palestina!».

9 ottobre 2023