Asia Bibi, l’onda lunga della liberazione sul Pakistan

Padre Mendes, per anni direttore di Caritas Asia: «Bisogna congratularsi con i giudici. È stata la Corte suprema a liberarla, non il Papa, che ha solo pregato per lei e per tutte le vittime innocenti, perseguitate per la fede»

Non si placa, in Pakistan, l’attenzione sul caso di Asia Bibi, la donna cristiana condannata a morte per blasfemia nel 2010 e assolta dalla Corte suprema il 31 ottobre scorso. Un caso, il suo, nel quale «non è stato facile emettere un verdetto onesto e indipendente, nel contesto del Pakistan, dove le persone, sull’onda dell’emotività, non sono pronte ad affrontare la verità». A parlare all’Agenzia Fides è padre Bonnie Mendes, sacerdote di Faisalabad, per anni direttore di Caritas Asia. «La Corte suprema – prosegue – ha esaminato il caso e ha emesso un verdetto ineccepibile. Bisogna congratularsi con i giudici per il loro coraggio nel dire la verità. In questo caso è stata la Corte suprema a liberare Asia Bibi; Papa Francesco ha solo pregato per lei e per tutte le vittime innocenti, perseguitate per la loro fede».

Il riferimento è alle polemiche nelle quali, soprattutto sui social media, si cerca di coinvolgere anche il pontefice. I cristiani in particolare, riferisce l’agenzia, sono amareggiati per un post blasfemo pubblicato su Facebook e diffuso via social, che ritrae una foto di Papa Francesco e di altri sacerdoti modificata sovrapponendo loro il volto del primo ministro del Pakistan Imran Khan e di altri ministri, per alludere alla presunta regia del Vaticano dietro l’assoluzione di Asia Bibi. Per gli attivisti cattolici per i diritti umani «è triste e paradossale che, proprio in un caso di presunta blasfemia, non si eviti di ferire i sentimenti dei cristiani che vivono in Pakistan. È blasfemo – dichiara Sabir Michael – disonorare il nostro leader religioso Papa Francesco, il crocifisso e le vesti sacre usate dai nostri sacerdoti durante la Messa».

Michael non ha dubbi: «Quanti pensano che l’agire della Chiesa abbia portato all’assoluzione di Asia Bibi sono totalmente fuori strada: per comprendere le ragioni dovrebbero leggere la sentenza di cinquantasei pagine emessa dalla Corte suprema del Pakistan». Anche il rettore della cattedrale di San Patrizio, a Karachi, afferma che «Papa Francesco ha mostrato grande interesse per il caso di Asia Bibi, in carcere da innocente, pregando per lei. Anche i cristiani di tutto il mondo hanno digiunato e pregato per la liberazione di Asia Bibi, ma la decisione finale è della Corte suprema». L’immagine diffusa sui social sarebbe uno dei frutti della diffusione di notizie false sulla presunta fuga di Asia Bibi dal Pakistan, smentita dal ministro per l’Informazione e dal ministero degli Esteri.

Al momento nel caso di Asia Bibi l’accusa ha presentato alla Corte suprema una istanza di revisione della sentenza, possibilità concessa dalla procedura penale. La donna è uscita dal carcere e si trova in Pakistan in una località segreta, sotto protezione.

13 novembre 2018