As Roma e Acli provinciali insieme contro lo spreco alimentare

A San Stanislao la cena per le persone fragili con le eccedenze alimentari dall’Olimpico. A servire ai tavoli, l’ex terzino giallorosso Candela e il direttore commerciale Pastorella

​La solidarietà segna un gol contro lo spreco alimentare. Sabato 4 febbraio la Roma, oltre a vincere 2-0 contro l’Empoli, ha fatto rete donando le eccedenze alimentari che dall’Olimpico sono state consegnate alla parrocchia San Stanislao a Cinecittà. L’iniziativa, ribattezzata “Offside Food Waste”, è stata promossa dalle Acli provinciali di Roma e dall’As Roma, in collaborazione con gli assessorati comunali allo Sport e all’Agricoltura. Da un anno, ogni volta che la squadra di mister Mourinho gioca in casa, il cibo eccedente dal buffet viene distribuito, oltre che alla comunità parrocchiale di Cinecittà, alle parrocchie Santa Rita da Cascia a Tor Bella Monaca, Santi Martiri dell’Uganda all’Ardeatino e alla Comunità Cenacolo al Portuense.

Sabato sera, in occasione della X Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, che ricorre il 5 febbraio, la parrocchia di San Stanislao ha organizzato per la prima volta una cena offerta a 50 persone fragili della zona. Nella giornata di domenica poi ad altre 50 persone è stato donato un pacco alimentare. Per servire ai tavoli, i volontari del progetto Acli “Il cibo che serve” e della Scuola di fraternità della parrocchia sono stati affiancati da due volontari d’eccezione: Vincent Candela, campione d’Italia con la Roma nel 2001 e del mondo con la Francia nel 1998, e Francesco Pastorella, direttore finanziario e commerciale della Roma. Tra i commensali, italiani, peruviani e una famiglia ucraina. Dopo aver vissuto alcuni anni in Italia, Larysa otto anni fa era rientrata in Ucraina per occuparsi degli anziani genitori. A febbraio 2022 è fuggita quando è iniziata la guerra. «Mia mamma è morta tre mesi prima dell’inizio del conflitto – racconta -. Non dovrei dirlo ma ringrazio Dio. Non ha visto questo orrore e non ha sofferto per la sua casa rasa al suolo nel villaggio di Kherson». Dice di essere «felice» per serate conviviali come quella organizzata in parrocchia ma «il cuore è in Ucraina», dove il nipote di 27 anni combatte «una guerra insensata» e dove «spera di tornare quanto prima».

Mentre tra i tavoli si aggirava la mascotte dell’As Roma “Romolo”, l’ex terzino giallorosso Candela ha firmato autografi, si è messo in posa per i selfie di rito e ha partecipato a mini tornei di calcio balilla. Ha rivolto un «ringraziamento a tutti i volontari. Quando sono entrato nel salone – ha affermato – la passione e l’amore per quello che fate era tangibile. Sono questi i sentimenti importanti, quelli con i quali si vince sempre». La Roma, per Pastorella «non è solo una squadra di calcio ma una piattaforma sociale. È nostro dovere donare anche a livello morale ed è nostra intenzione metterci a disposizione della comunità».

San Stanislao è l’unica parrocchia a Roma affidata alle cure di un diacono permanente, Andrea Sartori, il quale ha spiegato che «il rapporto con le Acli è provvidenziale. Ci supportano con tante diverse iniziative. Questa del recupero alimentare ci permette di aiutare mediamente 75-80 persone, in un caso siamo riusciti a distribuire fino a 300 pacchi». Sport e solidarietà, per Lidia Borzì, presidente delle Acli provinciali di Roma, è «un binomio che mette in campo grandi valori soprattutto per non lasciare nessuno indietro. La rete tra associazioni e con le istituzioni vince sempre, in campo e fuori campo». Anche Francesco Laddaga, presidente del VII municipio, si è soffermato sull’importanza della collaborazione tra enti. Nel caso specifico, quella con le Acli e la Roma è «una congiuntura bella che va nella direzione verso la quale lavoriamo: rafforzare il senso di comunità». Fabio Bonanno, responsabile agricoltura e food policy di Roma Capitale, ha aggiunto che si lavora «per inserire in ogni mercato rionale un banco dedicato allo stoccaggio dell’invenduto, non solo per le persone fragili del quartiere ma anche per le associazioni».

I volontari della parrocchia di San Stanislao si definiscono «scuola di fraternità perché chi bussa alla nostra porta è visto come un fratello da accogliere e amare – ha detto il responsabile Sergio Colini -. Questa cena offre l’occasione concreta per attestare questo amore». Per Luca Serangeli, presidente Us Acli Roma, è l’opportunità «per dimostrare che lo sport può essere inclusivo in tutte le sue sfaccettature».

6 febbraio 2023