Arriva l’app per donare biciclette ai rifugiati

L’iniziativa, nata in Lussemburgo per i profughi ucraini ed estesa ad altro materiale sportivo e musicale, lanciata anche in Italia e proposta a parrocchie, associazioni e imprese

L’attività sportiva come canale di comunicazione e di integrazione. Non è solo una constatazione ma una proposta concreta e strutturata quella che Emanuele Santi fa attraverso l’iniziativa “Riding the rainbow“, per «rimettere in gioco materiale sportivo usato a beneficio dei rifugiati». L’ideatore, 46 anni, italiano ma residente in Lussemburgo, spiega come «l’idea è nata in modo abbastanza casuale e naturale lo scorso marzo, quando il mio garage condominiale è diventato luogo di incontro con l’idea di donare alcune delle biciclette della mia famiglia ai profughi ucraini». Da lì «in breve altri 5 garage sono diventati uno spazio di accoglienza di storie e racconti, dove diverse persone hanno portato le proprie biciclette e sono tornate poi a volte con alcune nuove, acquistate appositamente». Santi tiene a sottolineare come la raccolta di materiale sportivo «non è destinata solo ai rifugiati ucraini ma a tutti coloro che ne abbiano bisogno, di ogni nazionalità», e che «l’obiettivo è quello di allargare ed espandere la solidarietà» perché «chiunque, come me che sono un normale cittadino, può farsi motore e promotore di generosità».

Per agevolare lo scambio, «che non deve essere l’occasione per un semplice “svuota-garage”», Santi ha messo a punto l’app “Riding the rainbow” «attraverso la quale si può stabilire un incontro tra il donatore e il ricevente a partire dalla propria casa, guardando al ruolo di intermediazione che ha avuto il nostro garage – spiega -. Il tutto in totale sicurezza perché per lo scambio di biciclette o di materiale sportivo in genere e anche di strumenti musicali non è necessario fornire l’indirizzo di casa ma anche soltanto uno approssimativo, dandosi appuntamento a un bar o alla fermata dell’autobus».

L’iniziativa è stata presentata ad alcune parrocchie della diocesi di Roma all’interno della Notte dei Capitani promossa dal Csi Roma lo scorso 3 dicembre – proprio nel giorno del lancio della app in Italia – con il sostegno del vescovo ausiliare Salera, delegato per lo Sport, dell’Ufficio diocesano per la pastorale dello sport e tempo libero e dello stesso Centro sportivo italiano. L’obiettivo è quello di «far conoscere l’iniziativa coinvolgendo gruppi, associazioni e parrocchie – continua Santi – ma anche organizzazioni e imprese che vogliano supportare il progetto, creando una rete sempre più ampia», tenuto conto che «dall’incontro e dalla conoscenza delle storie delle persone nascono occasioni di integrazione, magari avvicinando i bambini a gruppi sportivi o ad attività musicali, per aiutarli a ritrovare una forma di normalità». A oggi sono più di 550 quelli che sono stati aiutati, di 8 nazionalità e provenienti da 6 Paesi diversi. «Dietro a ogni numero c’è la storia di un oggetto prezioso, che era importante per un bambino e che ora riceve una nuova vita – conclude Santi -. Ogni numero rappresenta un giovane rifugiato che sta ritrovando un nuovo inizio nella sua nuova comunità di accoglienza».

23 dicembre 2022