Arriva BabySchool, l’app per controllare bambini (e insegnanti) a scuola

Premiata alla Smau, è disponibile per tutti gli smartphone: consente ai genitori di seguire l’intera giornata scolastica anche grazie a una webcam e di interagire i docenti. Si possono controllare perfino le ricette delle mense

Le cronache aberranti e al limite dell’umanità che hanno a che fare con educatori spesso poco competenti e avveduti non fanno dormire sonni tranquilli a molte famiglie. E per molte di loro, quando consegnano i figli ai servizi educativi e formativi – dagli asili, alle scuole per l’infanzia, fino alle elementari e oltre – la possibilità di un “controllo” dei metodi educativi, delle attività e delle modalità relazionali, sarebbe forse più che auspicato. A questo, ma non solo, hanno pensato tre ingegneri salentini – Luca Contursi, Nicola Fiore e Lucio De Paolis – quando hanno realizzato “BabySchool” un’applicazione disponibile sia per dispositivi Android sia Apple, che, ribaltando la prospettiva tradizionale del servizio educativo, rappresenta un nuovo modo di concepire le giornate scolastiche dei bimbi e permette ad ogni genitore, anche tramite una webcam, di conoscere in tempo reale la qualità del servizio offerto al proprio bambino. L’applicazione, di recente realizzazione, ha ricevuto già il premio allo Smau Mob App Award di Milano per la categoria “Pubblica amministrazione e servizi al cittadino”, per aver soddisfatto pienamente i criteri di valutazione adottati dal comitato in termini di innovatività, usabilità, creatività, design e potenzialità di mercato. E in realtà sul mercato l’app c’è già, in uso da circa 300 genitori a Barcellona in Spagna.

Ma come funziona? «La nuova applicazione per smartphone – spiega l’azienda che l’ha realizzata, la Virtech srl di San Cesario di Lecce – permette all’educatore di compilare su tablet o sul pc la scheda giornaliera di ogni bambino in pochissimo tempo, ad esempio archiviando informazioni sulle attività svolte, sui sonnellini e sui pasti. I genitori possono seguire la giornata del bambino anche da casa o dal lavoro, con il proprio smartphone o tablet. L’educatore, inoltre, può scattare foto, taggarle e condividerle con le famiglie all’interno del diario». Non mancano poi notifiche push alla pubblicazione di nuovi contenuti, gallerie giornaliere con le foto dei bambini, rispetto della privacy, alti livelli di sicurezza, il diario di quanto svolto ogni giornata, webcam in tempo reale delle aule, i menù della mensa scolastica e tanto altro ancora.

«Si sta dando maggiore rilievo, per i motivi di cronaca che tutti conosciamo, al sistema di videosorveglianza che in realtà è solo uno dei servizi offerti dall’applicazione» commenta Nicola Fiore, ingegnere della Virtech. «L’app dispone e offre tanti altri servizi innovativi e utili ai genitori come ad esempio la programmazione didattica, permette di documentare con immagini, consentendo così un’interazione maggiore tra scuola e famiglia. Le famiglie possono essere informate sulle ricette della mensa scolastica, se il bambino ha mangiato, e la scuola può interagire tramite la messaggistica push, che è un ulteriore canale di comunicazione che sostituisce la bacheca cartacea. Insomma cambia il modo di comunicare che diventa più snello, più immediato, più interattivo».

Tutto questo implica alcune competenze di base che non è scontato che il personale scolastico, soprattutto italiano con un’età media molto più alta della media degli altri Paesi europei, abbia. «L’applicazione – spiega ancora Fiore – che consente di pubblicare i dati è molto semplice: è sufficiente conoscere le basi della videoscrittura per utilizzarla agevolmente, infatti abbiamo ricevuto feedback ottimi da parte di molti dirigenti scolastici anche qui in Italia, mentre c’è ancora qualche resistenza da parte degli insegnanti che percepiscono di più la “minaccia” della videosorveglianza. Invece, lo ribadisco, abbiamo concepito un sistema con l’obiettivo di fornire garanzie reciproche di qualità del servizio erogato». Dopo il successo spagnolo, i tre ingegneri salentini sono pronti a conquistare il mercato scolastico europeo ed estero più in generale: «Siamo in cerca di partnership anche con aziende estere per aprirci a nuovi mercati», conclude Nicola Fiore.

30 ottobre 2014