Arrestati in Bielorussia due Missionari Oblati di Maria

Si tratta dei padri Yuchnevich e Lemekh. Il superiore generale: «Solidarietà e sostegno». All’11 ottobre 2023 sarebbero 60 i sacerdoti vittime di «persecuzione politica»

Dalla Bielorussia arriva la notizia della detenzione di due Missionari Oblati di Maria Immacolata (Omi) della diocesi di Vitebsk, confermata da padre Pawel Gomulak, portavoce della Provincia polacca dell’Omi a cui è legata la Missione Oblata in Bielorussia. Si tratta dei padri Andrzej Yuchnevich e Pavel Lemekh, che prestano servizio nel santuario diocesano di Nostra Signora di Fatima a Sumilin. «Siamo profondamente preoccupati per la notizia dell’incarcerazione di due nostri fratelli in Bielorussia», dichiara il superiore generale della congregazione padre Luis Ignacio Rois Alonso.

La polizia ha arrestato i due religiosi l’8 maggio ma sembra che i due missionari non siano stati portati in tribunale: il loro “caso” sarebbe stato esaminato tramite Skype. Nel comunicato diffuso dall’Omi in Polonia si legge che padre Yuchnevich, superiore della Missione Oblata in Bielorussia, ha espresso pubblicamente la sua solidarietà al popolo ucraino all’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa, esortando a pregare per la fine della guerra. Padre Yuchnevich ha assunto la presidenza dei Superiori maggiori, delegati e rappresentanti degli Istituti e delle Società di vita apostolica maschili e femminili in Bielorussia nel maggio 2022. «Date le circostanze in Bielorussia, chiediamo le vostre preghiere per le loro intenzioni», scrive padre Gomulak  nella nota.

Preoccupazione per la sorte dei due missionari anche nella sede centrale Omi di Roma. Lo conferma al Sir il superiore generale dei Missionari Oblati di Maria Immacolata padre Luis Ignacio Rois Alonso. «Nella Casa Generalizia preghiamo con fervore», riferisce, per la salute e la sicurezza dei due missionari. «Esprimo la nostra solidarietà e il nostro sostegno», aggiunge. E agli oblati polacchi, chiede: «Per favore fateci sapere se c’è qualcos’altro che possiamo fare per aiutare i nostri fratelli. So che anche tutta la Famiglia carismatica prega con fervore per loro. Se avete la possibilità di comunicare con i nostri fratelli, vi preghiamo di trasmettere loro i nostri più calorosi saluti e di riaffermare il nostro sostegno in questi tempi difficili. Possano la Vergine Immacolata e i nostri santi benedetti guidare le nostre preghiere per il rapido rilascio dei nostri fratelli, garantendo la loro salute e sicurezza mentre continuano il nostro zelo missionario».

Secondo un monitoraggio di “Christian Vision”, che verifica la libertà religiosa e di culto in Bielorussia, all’11 ottobre 2023 sono almeno 60 i sacerdoti che hanno subito «persecuzione politica». Anche il Parlamento europeo nel luglio scorso aveva dedicato una proposta di risoluzione alla situazione della Bielorussia, presentata dalla Commissione affari esteri. Nel testo, si chiedeva all’eurocamera di condannare fermamente «la persecuzione delle comunità religiose in Bielorussia, nonché la persecuzione di sacerdoti e laici che, nell’ambito delle loro attività, si rifiutano di appoggiare la posizione del regime di Lukashenka ed esprimono disaccordo con le sue politiche». Erano finiti nella risoluzione i casi di condanna del sacerdote ortodosso Siarhei Rezanovich, di sua moglie e di suo figlio a 16 anni di reclusione, le pressioni sull’ex arcivescovo ortodosso, Artemy Kishchanka, ora defunto, nonché i regolari arresti di religiosi, tra cui l’arresto nel maggio 2023 dei sacerdoti cattolici Viachaslau Adamovich, Andrei Kulik e Aliaksandr Shautsou e del catechista Uladzislau Beladzied.

Forte la condanna di Bruxelles anche per la confisca di chiese ai cattolici di Minsk e per il divieto di qualsiasi attività politica nel quadro dell’evangelismo protestante. C’è in particolare anche il caso di padre Henrykh (Henadz) Akalatovich, un prete di 70 anni di Valozhyn, arrestato nel novembre 2023, con l’accusa di “alto tradimento” ai sensi dell’articolo 356 del codice penale.

13 maggio 2024