Arnaldo Canepa, modello di corresponsabilità laicale

A Santa Maria del Buon Consiglio la Messa di ringraziamento promossa dal Cor per il fondatore dichiarato Venerabile. «La sua passione: portare il lieto annuncio ai poveri»

La conversione e la vita nella Chiesa di Arnaldo Canepa, fondatore del Centro oratori romani e Venerabile da qualche settimana, sono state al centro dell’omelia del cardinale Angelo De Donatis che ieri sera, 20 giugno, ha presieduto la celebrazione eucaristica di ringraziamento promossa dal Cor a Santa Maria del Buon Consiglio. Raccontando i tratti salienti della storia di salvezza compiutasi nella vita del Servo di Dio, De Donatis ha ricordato la sua conversione nel maggio 1921 nella chiesa di Santa Maria Odigitria, dove tutto è cominciato per opera della Vergine. «Questo ci basta per capire come sia importante – ha sottolineato – dare valore alla Parola di Dio che si compie nell’oggi, nella storia. Arnaldo era come prigioniero del suo stesso io ma il Signore lo aiuterà. Chi sperimenta un cambiamento così non può che desiderare la stessa cosa per gli altri».

Il cardinale ha ricordato lo sguardo di Canepa sulla città di Roma, in particolare sulle periferie, dove tra le tante miserie che la affliggono una particolarmente colpisce la sua sensibilità: lo stato di abbandono dei giovani e le poche opportunità di formazione religiosa che le parrocchie sono in grado di offrire. «Nel Venerdì Santo del 1928 in una cappella del convento di Santa Sabina, insieme a una decina di giovani, decise di consacrare al Signore tutte le sue domeniche dedicandosi al servizio dei ragazzi del Quadraro, dando inizio a un primo oratorio in cui quotidianamente i bambini del quartiere potessero ritrovarsi per crescere spiritualmente e moralmente attraverso la catechesi. Comprese che i sacerdoti avevano bisogno di aiuto e che i laici dovevano essere formati a intercettare il grido spesso silenzioso di tanti giovani e di tante famiglie, ma anche che non ci si poteva dedicare solo al proprio territorio parrocchiale, ma lì dove ci fossero catechisti ben formati, questi dovessero andare in aiuto di altre comunità che ne fossero sprovviste».

Per De Donatis, «quella di Arnaldo è stata la passione di portare il lieto annuncio ai poveri: ha compreso che anche i ragazzi erano poveri di attenzione, poveri di educazione, di fraternità. Ha desiderato soprattutto parlare loro di Gesù. Oggi come diocesi di Roma siamo qui a nome di tanti per esprimere la gratitudine a Dio perché Arnando Canepa è ora Venerabile – ha continuato -. Mentre chiediamo che si completi il cammino che lo porti all’onore degli altari, ricordiamo che tutti noi siamo chiamati a imitarlo nella santità. La nascita del Centro oratori romani nel 1945 fu infatti solamente l’inizio del sogno di Arnaldo».

Ricordando i quasi 80 anni del Cor, il vicario del Papa per la diocesi di Roma ha sottolineato come «il senso dell’oratorio sia quello di relazioni vere, autentiche, relazioni di amicizia, di accompagnamento quotidiano sotto lo sguardo di Dio. Non si tratta solo di fare giocare i bambini, di intrattenerli, di animarli magari in un centro estivo, ma di far loro vivere tutto questo sapendo che Dio condivide il nostro quotidiano». Quindi ha esortato l’associazione romana a riprendere in mano, con rinnovato entusiasmo, gli insegnamenti del fondatore, ricordando i Novissimi che aprivano il suo Corso Allievi Catechisti. «Si tratta continuamente di riaccendere questo atteggiamento: la corresponsabilità dei laici e l’attenzione alle nuove generazioni in uno stile di ascolto, di presenza, di partecipazione, di missione. Il Signore ci doni questo amore e questa passione di Arnaldo».

All’invito ha risposto il nuovo presidente del Cor Stefano Pichierri, di recente eletto insieme alla nuova Giunta dell’associazione. «La ringraziamo a nome di tutto il Centro oratori romani per questa celebrazione. Per noi ogni volta essere qui davanti ad Arnaldo Canepa è ripercorrere la nostra storia personale di salvezza: tutti l’abbiamo vissuta nell’oratorio e per questo siamo ancora qui cercando umilmente di imitarlo, di seguirne l’esempio, di perseverare in questa missione. Questo riconoscimento delle virtù eroiche di Canepa – ha concluso – ci dà lo slancio per proseguire».

21 giugno 2023