Armida Barelli, “donna tra due secoli”, verso la beatificazione

Fondatrice della Gioventù femminile di Ac, fu tra i fondatori dell’Università Cattolica. Il miracolo: la guarigione di una donna investita da un camion

«Impossibile? Allora si farà!». Il motto che ha animato tutta la vita della Serva di Dio Armida Barelli in un certo senso ne ha sancito anche la beatificazione, il cui decreto è stato pubblicato sabato 20 febbraio. “Impossibile” come la totale e completa guarigione di una donna investita da un camion mentre era in bicicletta, a cui neanche i medici hanno saputo dare una spiegazione, attribuita all’intercessione della “sorella maggiore d’Italia” che nel 1918 fondò la Gioventù femminile di Azione cattolica. Il miracolo, riconosciuto da Papa Francesco, ha spalancato le porte alla beatificazione di Barelli, “donna tra due secoli” protagonista del rinnovamento culturale e politico di un’Italia dilaniata dalle due guerre mondiali.

Nata in una famiglia borghese di Milano il 1° dicembre 1882, Armida studiò in un collegio svizzero gestito dalle Suore della Santa Croce dove apprese la spiritualità francescana. Fin dall’adolescenza si dedicò al prossimo, specie agli orfani e ai carcerati. A 28 anni conobbe padre Agostino Gemelli e dal loro sodalizio nacque l’Università Cattolica del Sacro Cuore, inaugurata ufficialmente il 7 dicembre 1921, della quale è stata tesoriera nonché ideatrice, nel 1924, della prima Giornata universitaria per la raccolta di fondi. Affiancò padre Gemelli anche nella fondazione dell’Istituto secolare delle Missionarie della Regalità di Cristo, di ispirazione francescane, e dell’Opera della Regalità, un’associazione di fedeli che promuove occasioni di formazione, di riflessione, di preghiera e di approfondimento spirituale rivolte soprattutto ai laici.

Strenua sostenitrice dell’emancipazione femminile, in prima linea nella battaglia per ottenere il voto alle donne, ha più volte percorso l’Italia in lungo e in largo per incontrare giovani donne appartenenti a culture e ceti sociali molto diversi tra loro. “Essere per agire”, “istruirsi per istruire”, “santificarsi per santificare” i principali insegnamenti lasciati alle centinaia di giovani incontrate ai convegni e alle Settimane sociali che organizzava anche per spronarle a essere protagoniste della vita pubblica e della Chiesa. Morì il 15 agosto del 1952, festa dell’Assunzione di Maria, ricevendo conforto spirituale da padre Agostino Gemelli. Le sue spoglie riposano nella cripta dell’Università Cattolica.

Alla notizia della promulgazione dei decreti della Congregazione delle cause dei santi, «grande gioia e gratitudine» per Papa Francesco sono state espresse dal Comitato di beatificazione e canonizzazione di Armida Barelli, «insieme a tante persone che in Italia e nel mondo la ricordano e mantengono viva la sua eredità». Attori per l’avvio della causa sono stati l’Azione cattolica italiana, l’Università Cattolica del Sacro Cuore e l’Istituto secolare Missionarie della Regalità «opere profetiche che ancora oggi si rivelano ricche di frutti pastorali, sociali e culturali». Determinante è stato il riconoscimento del miracolo attribuito a Barelli avvenuto a Prato nel 1989. Il 5 maggio la 65enne Alice Maggini fu investita da un camion mentre viaggiava in bicicletta. L’incidente, ricorda il Comitato in una nota stampa, causò alla donna una grave commozione cerebrale e i medici prevedevano danni neurologici importanti. I familiari e gli amici della donna invocarono l’intercessione della Serva di Dio e «in modo scientificamente inspiegabile» Alice si riprese completamente e, «senza aver riportato conseguenze, ha continuato la sua vita in totale autonomia fino alla morte, avvenuta nel 2012».

22 febbraio 2021