Armi e potere nell’Europa del Rinascimento

Nella doppia sede di Palazzo Venezia e Castel Sant’Angelo in mostra 160 pezzi tra armature intere, armi da difesa, offesa, e da fuoco, elmetti, spade, corsaletti, balestre e schiniere

La mostra “Armi e potere nell’Europa del Rinascimento” in due sedi ben distinte ospita nuclei di collezioni storiche di armi pressoché uniche al mondo. Per immergersi in uno scenario rinascimentale poco conosciuto, ove le sorti della guerra potevano essere determinate dal tipo e qualità di armi impiegate, il film di Ermanno Olmi “Il mestiere delle armi” può costituire una felice fonte d’ispirazione. Il capitano di ventura Giovanni dalle bande nere (dal colore dei vessilli dei suoi soldati) in punto di morte rivolge queste parole al sacerdote che lo assiste: «Ho vissuto da uomo d’armi e ho fatto tutto quanto il mio mestiere mi portava a fare; con lo stesso spirito, se avessi vestito l’abito che porti tu, avrei servito Dio».

Tra narrazione epica, documentaristica e scientifica, l’arte della guerra, titolo peraltro del saggio storico di Machiavelli, viene declinata nelle sue molteplici sfumature. Le armi non erano solo strumento di offesa e difesa, ma anche di ludus, pompa e magnificenza, cioè erano impiegate nei tornei, nelle attività venatorie – occasioni per gli aristocratici di svago e rivendicazione della “proprietà” di essere animati e inanimati-, così come nelle raffigurazioni artistiche e letterarie autocelebrative. Uomo di potere più che d’armi fu ad esempio Cesare Borgia, detto il Valentino, che adottò il motto “Aut Caesar o nullus” vulgato sul più famoso “Aut Caesar o nihil”.

Uomo e spada, uomo e armatura sono inscindibili. Se nel Medioevo maggior valore simbolico si attribuiva alla spada, l’armatura (intesa in senso stretto come imitazione delle forme del corpo per proteggerlo) era presente solo nella cultura occidentale. Sperimentate nuove tecniche di realizzazione in età rinascimentale, essa assume ben presto una sua logica estetico-funzionale, divenendo un alter ego del gentiluomo, fino all’età barocca circa, e arricchendosi di decori, grazie alle abilità di sbalzatori, incisori, doratori e brunitori. Dai libri contabili del 400 si evince che la produzione delle armi era particolarmente redditizia, perfino più di quella dei tessuti.

«Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori» cantava l’Ariosto nel poema l’Orlando furioso; temi che permeano la cultura quattro-cinquecentesca. Basti pensare che le armerie domestiche sono state le prime sedi museali per esporre, perché venissero ammirati, e catalogare i beni. In tal senso, gli Uffizi furono la prima vera galleria con un numero controllato di visitatori. Alta affluenza per osservare le armerie dei Medici riconducibile, forse, alle presenze femminili – abiti d’epoca sono in mostra nella sede di Palazzo Venezia – che solleticavano la vanità maschile nel voler mostrare le proprie abilità.

Dopo la morte di Lorenzo il Magnifico, ebbe fine un periodo di equilibrio e pace. L’Italia fu teatro di contese e terra di conquista delle due potenti monarchie nazionali, Francia e Spagna, per l’affermazione dell’egemonia. Durante la guerra, che si concluse con la pace di Cateau Cambresis, si verificò il sacco di Roma, nel 1527, ad opera delle truppe mercenarie (i lanzichenecchi) del re di Spagna Carlo V. Il Papa Clemente VII si rifugiò a Castel sant’Angelo e si lasciò crescere i capelli in segno di lutto. Nel complesso, dunque, tra storia, mito e potere, è possibile conoscere un fenomeno a lungo sconosciuto e constatare che la storia dell’arte considera questi manufatti di altissimo livello.

“Armi e potere nell’Europa del Rinascimento” c/o Castel Sant’Angelo, Lungotevere Castello, 50 e Palazzo Venezia, Piazza di S. Marco, 49. Fino all’11 /11/2018. Curatore: M. Scalini. Orari: Castel Sant’Angelo: tutti i giorni 9.00 –19.00; fino al 9 /09 dal giovedì alla domenica 9.00 – 23.30: Palazzo Venezia dal martedì alla domenica 8.30 –19.30. Biglietti: Castel Sant’Angelo intero €15,00, ridotto €7,50; Palazzo di Venezia Intero €10,00, ridotto € 5,00. Ingresso gratuito la prima domenica di ogni mese in entrambi i siti. INFOLINE: +39 06 32810410

 

7 settembre 2018