«Vivere la misericordia di Dio sull’esempio di Giovanni Paolo II»

Le parole del cardinale Vallini nella Messa vespertina celebrata a Santo Spirito in Sassia: «Bisogna riprendere lo stile luminoso di Wojtyla, perché non resti solo un’emozione» di Michela Altoviti

La beatificazione di Giovanni Paolo II e la festa della Divina Misericordia. Una coincidenza non casuale che ha visto concludere questa giornata intensa e memorabile con la celebrazione della Messa vespertina nella domenica della Divina Misericordia, presieduta dal cardinale vicario, Agostino Vallini, nella chiesa di Santo Spirito in Sassia. Qui è conservata l’immagine di Cristo misericordioso offerta da Giovanni Paolo II al Centro di Spiritualità della Divina Misericordia, da lui promosso nel 1994; sempre qui si custodiscono le reliquie di Santa Faustina Kowalska, Apostola della Divina Misericordia, canonizzata dal nuovo beato nell’anno giubilare del 2000.

«Giovanni Paolo II ha vissuto davvero la misericordia – ha ricordato Vallini nell’omelia – : l’ha fatto ogni volta che abbracciava i bambini, quando piangeva con i malati o accoglieva le folle; lo ha fatto anche quando non riusciva più a parlare, vivendo la sofferenza». Il vicario del Papa ha quindi proposto all’assemblea di riprendere proprio «lo stile luminoso di Karol Wojtyla», definendolo un programma ideale «di certo affascinante ma anche impegnativo»: «bisogna che non resti un’emozione ma, piuttosto, che diventi un modello di vita, di santità da attuare ogni giorno, nei nostri ambienti di lavoro e in famiglia». E per rendere tangibile il concetto di misericordia «a volte quasi misterioso e astratto», il porporato è ricorso all’etimologia del termine: «la derivazione è ebraica e significa “viscere materne”» – ha spiegato – «perché è quando si sente una vita palpitare nel proprio seno, che si sperimenta quell’amore che non ha leggi, né limiti».

Allora il modello ideale e «la manifestazione più alta dell’amore misericordioso di Dio» è da risconoscersi nel dono di Suo figlio. In questo senso la misericordia è l’amore di Dio gratuito, «che si fa bontà, generosità, anche quando tutto è difficile, anche nella croce». Amore misericordioso di Dio che «non è un mistero, qualcosa che non si capisce – ha chiarito – ma è piuttosto la manifestazione della Sua opera». «E’ solo questo tipo di amore – ha affermato Vallini – che ci rende persone nuove», capaci di intervenire a favore della giustizia sociale: «ci rendiamo conto di dove va il mondo? Quante guerre! Quanto sangue!». Per il vicario del Papa, Dio chiama i cristiani a vivere in un modo diverso: «Stasera invochiamo lo Spirito Santo sul pane e sul vino, che rappresentano la nostra umanità, – ha detto con forza – e così, attraverso il corpo glorioso di Cristo, riceviamo una vita nuova grazie alla quale ciascuno potrà rendere migliore questo mondo per l’umanità». Ma la sola presa di consapevolezza non è sufficiente: «Giovanni Paolo II è andato in tutto il mondo per portare la misericordia di Dio!» A tutti il cardinale ha lasciato l’impegno di imitare davvero il nuovo beato, ciascuno nella propria realtà.

2 maggio 2011

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