Vicini ai libici con la preghiera

La veglia nella parrocchia di San Gregorio VII promossa dal Movimento per l’Amore Familiare e guidata da don Stefano Tardani e da padre Carmine De Filippis di Jacopo D’Andrea

«Beati gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio». Con lo spirito di queste parole tratte dal vangelo di Matteo, sabato sera, nella parrocchia di San Gregorio VII, il Movimento dell’Amore Familiare ha organizzato una veglia di preghiera «per coloro che sono coinvolti nella drammatica situazione della Libia». Una notte di raccoglimento, quindi, in cui, tra canti, invocazioni e letture evangeliche, si è solidarizzato con quanti soffrono gli eventi bellici, in questo paese nordafricano. Corposa l’affluenza, poi, già prima dell’inizio delle celebrazioni che si sono protratte fino alle 7 del mattino di domenica 27 marzo.

Gianluca, del Movimento, in pausa dall’allestimento delle luci sul sagrato, dice: «Abbiamo accolto ben volentieri l’appello di don Stefano Tardani, nostro assistente spirituale, prendendo ispirazione dalle parole del Santo Padre. Anche perché pregare è forse l’unico modo per porre fine alla guerra». Gli fa eco Antonello, che ha portato la chitarra per animare la celebrazione. «Da parte nostra c’è l’impegno a pregare perché ciò è forza». E aggiunge: «Al di là delle motivazioni, in una guerra non vince nessuno, né le donne, né gli uomini né tanto meno i bambini».

La veglia sta per iniziare. Mancano pochi minuti. Denise precisa: «Il nostro deve essere un contributo per lasciare alle giovani generazioni una società migliore, proprio perché si rafforzi la pace nel mondo». In uno dei primi banchi è seduta Barbara, che spiega: «I figli degli appartenenti al nostro Movimento fanno parte anch’essi di un’associazione. Si chiama “Gli Amici di Gesù e di Maria. In questo momento sono a casa ma alle 21 si metteranno a pregare per gli stessi motivi: cioè affinché Dio doni misericordia al mondo».

E alle 21 manca veramente poco. Dal portale di San Gregorio VII entrano i celebranti. Sono don Stefano Tardani e padre Carmine De Filippis ministro provinciale dei Cappuccini della provincia di Roma ed esorcista. «In questa drammatica situazione bellica – afferma don Stefano – dobbiamo pregare contro le forze del male e dell’odio perché questa situazione è un terreno fertile per l’opera del maligno. Occorre pregare perché non si espanda l’odio, occorre pregare per i responsabili e per i governi». Inoltre sottolinea: «Abbiamo chiamato, apposta, padre Carmine a presiedere la veglia perché è anche un sacerdote esorcista autorizzato dalla Chiesa: perché dietro ogni guerra c’è sempre un male». Padre De Filippis, infatti, puntualizza: «Gesù disse: “Vengo a portare guerra” intendendo la guerra al peccato. E fare discorsi di pace non è pacifismo perché c’è bisogno di eliminare il male. In tal senso, sono totalmente concorde con il Santo Padre che dice che è doveroso l’intervento d’urgenza umanitaria in Libia». Sperando «che questo atto di forza doloroso ma necessario si concluda al più presto possibile», osserva il francescano. Nell’omelia, poi, riflette: «Serve una giustizia globale perché le logiche consumistiche occidentali non possono andare a scapito dei paesi più poveri».

28 marzo 2011

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