Un’isola di accoglienza telefonica per gli immigrati
Al via nei municipi I e III il progetto di mediazione linguistico culturale di Cies e Comune. Punto di secondo ascolto di Federica Cifelli
Tre mostre – gioco del Cies dedicate alle migrazioni di Ilaria Sarra
Il servizio Chiamaroma 060606 si arricchisce di un servizio di mediazione linguistico culturale destinato agli utenti immigrati. Si chiamerà “Punto autonomo di secondo ascolto”: un’isola di accoglienza telefonica per l’informazione e l’orientamento degli stranieri che vivono a Roma, gestito da mediatori linguistico culturali del Centro informazione ed educazione allo sviluppo (Cies).
L’obiettivo del progetto, spiegano al Cies, è «dare vita a un’accoglienza diretta e di ascolto telefonico», rivolta, per iniziare, ai cittadini stranieri del I e III municipio. Al loro servizio ci sarà un’equipe di 8 mediatori linguistico culturali che garantirà assistenza nelle lingue tagalog, rumeno, polacco e bengalese. Non si tratta però, sottolineano i promotori, di garantire solo la comprensione linguistica ma anche e soprattutto un approccio culturale che favorisca la comprensione reciproca di valori, idee, credi religiosi, comportamenti sociali. In questo senso «è fondamentale anche la valorizzazione delle competenze dei migranti come preziosa risorsa per il processo stesso di integrazione e nell’ottica di una possibile opportunità occupazionale».
Al cuore del progetto, la consapevolezza della comunicazione come pre – condizione per l’accesso ai servizi e per l’acquisizione di pari opportunità nel godimento dei diritti fondamentali di cittadinanza. Protagonisti: mediatori che provengono dagli stessi paesi di origine degli utenti e si pongono come ponte tra i loro bisogni e le risposte dei servizi pubblici. «Il termine stesso di “mediatore linguistico culturale “ – afferma la presidente Cies Melandri – racchiude in sé il concetto di “cultura”, nella sua accezione più ampia, e il concetto di lingua come qualificazione ineludibile dell’ambito culturale. Gioco forza che il mediatore sia un migrante, capace dunque di basare la sua capacità empatica sull’esperienza del vissuto migratorio». E nello stesso tempo di ricercare continuamente una posizione di equidistanza, per svolgere una funzione di «facilitazione dei flussi comunicativi». Un effetto ponte «fra diverse rappresentazioni della realtà».
Per informazioni: Cies, via Merulana, 198, rif. Alessandro Bernardini, tel. 06.77264642, e-mail l.bernardi@cies.it.
17 maggio 2006