Un anno consegnato alla storia

Un bilancio degli avvenimenti che hanno caratterizzato una stagione che rimarrà indimenticabile per la Chiesa di Angelo Zema
Uomo di preghiera, del dolore e della speranza di Angelo Zema
Le “sue” parrocchie di Federica Cifelli
Un “grazie” immenso di Angelo Zema
17.50, il boato in piazza di Tiziana Campisi
«La Chiesa è viva» di Angelo Zema
Comune annuncio al servizio della verità di Angelo Zema
Dono per il mondo di Francesco Lalli

Si conclude un anno che passerà alla storia. Non solo per la Chiesa di Roma, ma per la Chiesa universale. E per il mondo intero, che ha salutato nella commozione la perdita di un grande Papa, Giovanni Paolo II. Straordinaria la testimonianza di popolo, tributata in occasione dei suoi funerali e nei giorni precedenti, per l’omaggio alla sua salma. Il segno dell’affetto enorme per Papa Wojtyla che ha segnato la storia dell’ultimo quarto del secolo scorso e dei primi anni del nuovo, guidando la Chiesa all’ingresso del terzo millennio e vivendo da protagonista, appassionato servitore della fede e instancabile difensore della famiglia e della vita, operatore di pace e di carità, eventi epocali di questo scorcio del nostro tempo. Al suo impegno tutto il mondo guarda con riconoscenza. Com’è noto, è già in corso la causa di beatificazione di Giovanni Paolo II, avviata solennemente il 28 giugno scorso nella basilica di San Giovanni in Laterano.

È stato l’anno anche del nostro nuovo vescovo e Pontefice, Benedetto XVI; salutato con calorosa accoglienza il 19 aprile, giorno della sua elezione, e in agosto, alla Giornata mondiale della gioventù nella “sua” Germania. E non solo, vista la continua affluenza di fedeli e pellegrini alle udienze del mercoledì, che si devono tenere sempre all’aperto proprio per consentire la partecipazione di tutti. Accoglienza che si è ripetuta anche nelle prime visite romane, ultime delle quali l’omaggio all’Immacolata in piazza di Spagna (8 dicembre) e il primo incontro con una parrocchia della nostra diocesi, Santa Maria Consolatrice a Casal Bertone (18 dicembre). Anche di questo molto probabilmente Benedetto XVI non mancherà di ringraziare nella celebrazione che presiederà nel pomeriggio di domani nella Basilica Vaticana a conclusione del 2005: i primi vespri della solennità di Maria Santissima Madre di Dio, con inizio alle ore 18; nel corso della celebrazione verrà cantato il tradizionale inno “Te Deum”. Ricordiamo che già pochi giorni dopo l’elezione la città gli aveva tributato un affettuoso omaggio, alla presa di possesso della cattedra nella Basilica Lateranense (7 maggio), seguita dall’incontro con il personale del Vicariato e dall’incontro con il clero romano – in quel 13 maggio che vide l’annuncio, da parte di Benedetto XVI, della dispensa dei cinque anni di attesa dopo la morte per l’apertura della causa di beatificazione di Giovanni Paolo II – e ancora dall’intervento di apertura al convegno diocesano sempre nella cattedrale del Laterano.

Il Santo Padre è già andato col pensiero alle vicende dell’anno al tramonto, nel corso della recente udienza per gli auguri natalizi alla Curia Romana. «Stanno alle nostre spalle grandi avvenimenti, che hanno segnato profondamente la vita della Chiesa – ha detto -. Penso innanzitutto alla dipartita del nostro amato Santo Padre Giovanni Paolo II, preceduta da un lungo cammino di sofferenza e di graduale perdita della parola. Nessun Papa ci ha lasciato una quantità di testi pari a quella che ci ha lasciato lui; nessun Papa in precedenza ha potuto visitare, come lui, tutto il mondo e parlare in modo diretto agli uomini di tutti i continenti. Ma, alla fine, gli è toccato un cammino di sofferenza e di silenzio».

Benedetto XVI ha ricordato le «indimenticabili immagini della Domenica delle Palme quando, col ramo di olivo nella mano e segnato dal dolore, egli stava alla finestra e ci dava la benedizione del Signore in procinto di incamminarsi verso la Croce. Poi l’immagine di quando nella sua cappella privata, tenendo in mano il Crocifisso, partecipava alla Via Crucis nel Colosseo, dove tante volte aveva guidato la processione portando egli stesso la Croce. Infine la muta benedizione della Domenica di Pasqua, nella quale, attraverso tutto il dolore, vedevamo rifulgere la promessa della risurrezione, della vita eterna. Il Santo Padre, con le sue parole e le sue opere, ci ha donato cose grandi; ma non meno importante è la lezione che ci ha dato dalla cattedra della sofferenza e del silenzio».

Il Papa ha sottolineato alcune frasi del compianto predecessore riportate nel suo ultimo libro “Memoria e Identità”, dove «ci ha lasciato un’interpretazione della sofferenza che non è una teoria teologica o filosofica, ma un frutto maturato lungo il suo personale cammino di sofferenza, da lui percorso col sostegno della fede nel Signore crocifisso. Questa interpretazione, che egli aveva elaborato nella fede e che dava senso alla sua sofferenza vissuta in comunione con quella del Signore, parlava attraverso il suo muto dolore trasformandolo in un grande messaggio. Sia all’inizio come ancora una volta alla fine del menzionato libro, il Papa si mostra profondamente toccato dallo spettacolo del potere del male che, nel secolo appena terminato, ci è stato dato di sperimentare in modo drammatico». Alla fine del libro, nello sguardo retrospettivo sull’attentato del 13 maggio 1981 ed anche sulla base dell’esperienza del suo cammino con Dio e con il mondo, Giovanni Paolo II scriveva che «la passione di Cristo sulla Croce ha dato un senso radicalmente nuovo alla sofferenza, l’ha trasformata dal di dentro… È la sofferenza che brucia e consuma il male con la fiamma dell’amore… Ogni sofferenza umana, ogni dolore, ogni infermità racchiude una promessa di salvezza… Il male… esiste nel mondo anche per risvegliare in noi l’amore, che è dono di sé… a chi è visitato dalla sofferenza».

In quell’udienza, Benedetto XVI ha parlato di due altri avvenimenti, avviati ancora da Papa Giovanni Paolo II, che hanno caratterizzato il 2005 per la Chiesa, la Giornata Mondiale della Gioventù, celebrata a Colonia, e il Sinodo dei Vescovi sull’Eucaristia, che ha concluso anche l’Anno dell’Eucaristia, inaugurato da Papa Giovanni Paolo II. A proposito del primo evento, rimasto nella memoria di tutti coloro che erano presenti come «un grande dono», vissuto anche da migliaia di romani, il Papa ha affermato che «durante tutti quei giorni regnava semplicemente la gioia». «Per tutti coloro che erano presenti – ha aggiunto – rimane indimenticabile l’intenso silenzio di quel milione di giovani, un silenzio che ci univa e sollevava tutti quando il Signore nel Sacramento era posto sull’altare. Serbiamo nel cuore le immagini di Colonia: sono una indicazione che continua ad operare».

Infine, il Papa ha ricordato anche il giorno della sua elezione. «Quel 19 aprile in cui il Collegio Cardinalizio, con mio non piccolo spavento, mi ha eletto a successore di Papa Giovanni Paolo II, a successore di san Pietro sulla cattedra del Vescovo di Roma. Un tale compito stava del tutto fuori di ciò che avrei mai potuto immaginare come mia vocazione. Così, fu soltanto con un grande atto di fiducia in Dio che potei dire nell’obbedienza il mio “sì” a questa scelta. Come allora, così chiedo anche oggi a tutti Voi la preghiera, sulla cui forza e sostegno io conto. Al contempo desidero ringraziare di cuore in quest’ora tutti coloro che mi hanno accolto e mi accolgono tuttora con tanta fiducia, bontà e comprensione, accompagnandomi giorno per giorno con la loro preghiera».

Merita di essere ricordato, in un consuntivo del 2005, anche il notevole impegno speso nella comunità ecclesiale – e non solo – a favore della vita, in occasione del referendum sulla procreazione assistita dello scorso giugno. Una mobilitazione unitaria che abbiamo definito sul nostro giornale «un comune annuncio della verità».

Certo, soprattutto i primi due eventi di cui abbiamo parlato hanno segnato profondamente – com’è ovvio – la vita della nostra diocesi. Per questo, non potendo effettuare un consuntivo sulle colonne del settimanale “Roma Sette” (domenica 1° gennaio i giornali non usciranno, come di consueto accade nel primo giorno di ogni anno), offriamo sul nostro sito un bilancio del 2005 lanciando i link agli articoli che “Roma Sette” ha pubblicato nei mesi scorsi su questi avvenimenti straordinari: l’editoriale sulla morte di Giovanni Paolo II (2 aprile); il commento al suo viaggio nella Roma delle parrocchie, pubblicato sul numero del settimanale uscito proprio il giorno successivo alla sua scomparsa; la cronaca dei funerali di Papa Wojtyla (8 aprile); la gioia dei fedeli al momento dell’elezione di Benedetto XVI (19 aprile) e la prima Messa del suo pontificato (24 aprile); l’apertura della causa di beatificazione di Giovanni Paolo II (28 giugno). A questi aggiungiamo anche l’editoriale di “Roma Sette” uscito dopo la consultazione referendaria, sul numero del 19 giugno.

Tra gli altri avvenimenti diocesani del 2005, segnaliamo: la dedicazione della nuova chiesa di San Francesco di Sales all’Alessandrino (23 gennaio); la consacrazione della prima eremita della diocesi, che vive la propria esperienza in città (17 luglio); l’apertura, in Perù, della chiesa donata dalla diocesi di Roma (28 agosto); la visita del Santo Padre all’ospedale Bambino Gesù (30 settembre); la nascita del sito internet d’informazione diocesana www.romasette.it (10 ottobre) nell’anniversario della nuova veste editoriale e grafica di “Roma Sette”; l’incontro dei bambini della prima Comunione di Roma e del Lazio con il Papa (15 ottobre); la mostra dedicata a Giovanni Paolo II nel complesso del Vittoriano (apertura il 21 ottobre, chiusura il prossimo 8 gennaio); l’apertura del complesso parrocchiale dedicato alla Beata Teresa di Calcutta a Ponte di Nona (12 novembre); le celebrazioni per il centenario del matrimonio dei Beati Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi, con la laurea “honoris causa” dell’Università di Tor Vergata ai conuigi Billings (24 novembre); l’intervento di Benedetto XVI all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (25 novembre); l’udienza di Benedetto XVI ai consacrati della diocesi (10 dicembre) e il suo saluto agli universitari degli atenei romani riuniti nella Basilica Vaticana (15 dicembre); i quindici anni del Forum per l’Intercultura nato per iniziativa della Caritas diocesana (13 dicembre).

30 dicembre 2005

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