Tutela della salute per gravidanze ad alto rischio

Nasce un Centro studi dell’Università Cattolica di Roma per migliorare il destino della madre e del concepito in situazioni di parto particolarmente delicate di Giulia Rocchi

Migliorare o risolvere il destino delle gravidanze ad alto rischio. Che, soltanto in Italia, sono almeno 50mila ogni anno. Con quest’obiettivo nasce il Centro studi per la tutela della salute della madre e del concepito dell’Università Cattolica di Roma, che sarà presentato ufficialmente questo pomeriggio – martedì 24 giugno 2008 – nell’ambito di “Sanit – V Forum internazionale della salute”, in occasione del convegno “Aborto: dall’informazione alla conoscenza”. Il Centro – che lavorerà in collaborazione con il Dipartimento di scienze pediatriche e con l’Unità operativa di Terapia intensiva neonatale del Gemelli – coordinerà anche l’attività del “Telefono Rosso”, il servizio gratuito di consulenza preconcezionale per la prevenzione primaria dei difetti congeniti e per studi relativi alla sicurezza dell’uso di farmaci in gravidanza, che ogni anno offre il proprio sostegno telefonico a oltre 8mila donne.

Tutelare la salute della madre e del concepito significa prendersi cura di situazioni difficili. In concreto, gestanti affette da diabete, da malattie autoimmuni, da obesità, da epilessia; donne che hanno conosciuto l’esperienza di aborti ripetuti; e ancora gravidanze in cui gli esami ecografici mostrino malformazioni fetali, malformazioni uterine o fibromiomi. Gravidanze difficili, insomma, «ad alto rischio per la madre e per il feto», come sintetizza il professor Alessandro Caruso, direttore del Centro studi e dell’Unità operativa di Patologia Ostetrica e Ginecologica del Policlinico Agostino Gemelli. Si seguono casi in cui viene coinvolta «la vita delle famiglie sotto l’aspetto emotivo, umano e pratico-assistenziale – prosegue –. L’esito di queste gravidanze, se ben assistite, è nella maggior parte dei casi felice. Sussistono peraltro situazioni nelle quali per malattie materne o per anomalie fetali nasce un neonato molto piccolo o malato o con malformazioni. Molte volte tutto ciò si può prevedere e prevenire, alcune volte curare in utero, altre volte si tratta di situazioni inaspettate».

Proprio sulla prevenzione si concentreranno le attività di ricerca del Centro studi, con particolare riguardo a quei fattori – materni, ambientali e feto-placentari – che possono essere d’ostacolo al sano sviluppo embrio-fetale e quindi causa di aborti ricorrenti e nascita di neonati con problemi. Tra gli obiettivi del nuovo istituto, inoltre, quelli di promuovere una «cultura specialistica» mirata all’assistenza della gravidanza ad altissimo rischio e di migliorare i servizi di accoglienza, in collaborazione con l’associazione “La Quercia millenaria onlus”.

24 giugno 2008

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