Tbc, dal Campidoglio una nota per asili e materne

Informazioni e raccomandazioni pratiche messe a punto dalle commissioni per le Politiche sanitarie e per quelle scolastiche. Attivo al Gemelli un ambulatorio dedicato. Ornaghi: «Gratitudine a tutti i lavoratori del Policlinico» di Federica Cifelli

Dopo la denuncia della donna che nel luglio scorso ha partorito al Gemelli, risultata positiva insieme al suo bambino, al test per la tbc, la parola passa agli organismi giudiziari, che dovranno accertare cosa ha determinato l’insorgere dell’infezione nel reparto di neonatologia dell’ospedale, verificando nel contempo se i responsabili abbiano messo in atto le precauzioni e le terapie più adatte ad evitare i contagi. Nel frattempo per fare fronte all’allarme che si è diffuso nella Capitale si mobilita anche il Campidoglio. La commissione Politiche sanitarie e quella per le Politiche scolastiche, riunitesi insieme ad esperti della sanità capitolina, hanno messo l’accento sull’esigenza di fornire informazioni e chiarimenti ad asili nido e scuole materne. Per questo, si legge in una nota del presidente della commissione Politiche sanitarie Fernando Aiuti, «elaboreranno nei prossimi giorni un documento che sarà messo a disposizione degli assessori competenti Sveva Belviso e Gianluigi De Palo». L’obiettivo è anzitutto quello di specificare le differenze tra malattia tubercolare e infezione latente, illustrando le modalità di contagio e soprattutto «le norme igieniche da osservare negli ambienti scolastici al fine di evitare l’eventuale trasmissione del batterio».

Intanto al Policlinico Gemelli è operativo dal 5 settembre un ambulatorio dedicato. «L’ateneo – scrive in un messaggio agli operatori e ai lavoratori del Policlinico il rettore dell’ateneo Lorenzo Ornaghi – è sentitamente grato a ciascuno dei lavoratori del Gemelli», esortati a proseguire insieme e con serenità nel loro «generoso servizio». Riferendosi poi al momento attuale, definito «la fase più grave della storia dell’ospedale, certamente la più dolorosa», Ornaghi sottolinea come la risposta del Policlinico non sia stata cercata «in manifestazioni o pubbliche assemblee». I lavoratori dell’ospedale «hanno risposto e stanno rispondendo con la propria professionalità, con la dedizione al lavoro di ogni giorno». Con l’orgoglio di sempre di «appartenere a una famiglia la cui identità e la cui missione hanno sempre coinciso con l’erogazione del servizio di assistenza alla salute di qualunque cittadino di Roma, della regione Lazio e dell’Italia intera». Ponendosi via via a un livello «tra i più alti ed efficienti nel nostro Paese e in campo internazionale».

Vanno in questa direzione anche tutti gli interventi di sorveglianza e controllo per la tubercolosi messi in atto fin dallo scorso 26 luglio, come ribadito nel comunicato stampa inviato ieri (15 settembre) dalla direzione dell’ospedale. In particolare, relativamente al personale, i controlli si stanno svolgendo «d’intesa con la Asl RmE, secondo un’indagine epidemiologica “a cerchi concentrici”, coinvolgendo tutti gli operatori che hanno avuto contatti con l’infermiera affetta da tubercolosi polmonare attiva».

Rinnovato quindi l’invito a evitare «ulteriori inutili e ingiustificati allarmismi». La nota rilasciata dal Gemelli infatti, citando l’intera comunità scientifica internazionale e l’Unità di coordinamento regionale, sottolinea che «l’eventuale positività al test non segnala né malattia né contagiosità ma esprime solo l’avvenuto contatto con il micobatterio». Del resto in Italia, Paese a bassa endemia per la Tbc con circa 5mila nuove diagnosi di malattia all’anno, i soggetti che sono venuti in contatto con l’agente della tubercolosi senza sviluppare la malattia sono stimati in circa il 10% della popolazione. «È realistico ritenere che soggetti in questa condizione siano presenti in moltissime comunità o ambiti professionali, senza che per ciò costituiscano pericolo per la salute pubblica come autorevoli esperti hanno ripetutamente e pubblicamente sottolineato».

Per tutte le informazioni, resta attivo in call center della Asl RmE, ai numeri 06.68352830 – 68352830 – 68352820 – 68352820 o al 366.6620407/8.

16 settembre 2011

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