Sostenere le donne con gravidanze indesiderate

Essere vicini a chi si trova ad affrontare il dramma del tenere o meno un figlio: l’appello scaturito dall’incontro “Il racconto dell’aborto”, promosso da Scienza & Vita Roma 1 a Santa Francesca Romana di Ilaria Sarra

Centotrentamila aborti in Italia nel 2007, un terzo dei quali ha riguardato donne straniere. Nonostante queste cifre la nostra patria è tra i primi Paesi al mondo con il minor numero di interruzioni di gravidanza. «Caso anomalo» lo ha definito Assuntina Morresi, docente di Chimica fisica all’Università di Perugia, che ha aperto l’incontro di ieri sera – 25 settembre – organizzato dall’associazione Scienza&Vita Roma 1 sul tema “Il racconto dell’aborto”, tenutosi nella parrocchia di Santa Francesca Romana all’Ardeatino. A 30 anni dall’approvazione della legge 194, che nel 1978 ha legalizzato l’interruzione di gravidanza, si è osservato il fenomeno attraverso le statistiche, le pagine della letteratura e le cronache dei media.

«Questo incontro – ha spiegato Gianluigi De Palo, Presidente delle Acli di Roma e dell’Associazione Scienza&Vita Roma1 – ha voluto fornire chiavi di lettura diverse su un tema così forte, raccontare l’aborto così come non è mai stato fatto, con una grande volontà di informare e non di colpevolizzare. È stata la gente comune a chiederci di affrontare questo argomento, di dare più spazio a un problema di cui si parla poco e male».

In Italia ancor prima della legge 194 le interruzioni di gravidanza erano tra 100 e 200mila, andamento che, dopo l’approvazione della legge, è diminuito nel tempo mostrandoci un quadro non così negativo della realtà italiana. «Qui la struttura dei rapporti familiari è salda – ha detto la Morresi –. L’Italia è il Paese che ha il più basso numero di divorzi rispetto ai matrimoni e la minor percentuale di uso della pillola come contraccettivo. L’apertura alla vita quindi è, probabilmente, nel nostro dna». La Morresi ha poi parlato degli altri Paesi europei dove la percentuale di aborti è altissima: «in Gran Bretagna – ha raccontato – la pillola del giorno dopo è distribuita gratuitamente nelle scuole». Secondo la docente il fatto che in Italia non ci siano cliniche private dove abortire, come succede invece in Spagna o Inghilterra, che alimentano un mercato fatto di facili guadagni e speculazione, ha diminuito il fenomeno. «Dovremmo cercare – ha concluso – di essere più vicini, non solo materialmente, ma anche umanamente, alle donne con gravidanze indesiderate, che si trovano ad affrontare il dramma del tenere o meno un figlio. L’aiuto di esperti può permettere loro di decidere con la consapevolezza di non essere sole. Questo è quello che il Movimento per la Vita fa già da alcuni anni».

Di aborto nella letteratura ha parlato Stefano Colucci, docente di Lettere, che ha spiegato attraverso l’analisi di testi narrativi, di autori quali Orwell, Pavese e Fallaci, come l’interruzione di gravidanza in questi scritti «sia una forma di lotta; lotta con la propria coscienza, con la vita che nasce, con gli affetti più intimi, con la legge, con la storia che tutto travolge, con la natura che tutto trasforma».

Combattere la disinformazione sull’aborto è l’obiettivo di Domenico Delle Foglie, giornalista e portavoce nazionale di Scienza&Vita, che spiega come si affronti poco e male un problema così importante. Delle Foglie ha parlato di ritardi e banalizzazione dell’informazione, dovuti alla leggerezza con la quale si trattano certi argomenti: «I giornalisti hanno una grande responsabilità in questo senso» ha affermato Delle Foglie. «Noi cattolici dobbiamo cercare di cambiare le cose attraverso una corretta controinformazione».

«L’impegno di un cattolico – ha concluso il parroco don Fabio Rosini – deve essere quello di farsi portatore di speranza, anche nelle situazioni più difficili».

26 settembre 2008

Potrebbe piacerti anche