Si conclude l’Anno Paolino

Domenica 28 i vespri presieduti dal Papa. Un bilancio del cardinale Cordero Lanza di Montezemolo, arciprete di San Paolo fuori le Mura di Mariaelena Finessi

L’Anno Paolino – istituito nel 2008 per commemorare il bimillenario della nascita dell’Apostolo delle Genti – si conclude. In realtà, un finale in più tappe, come tiene a specificare il cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, arciprete della basilica di San Paolo fuori le Mura, nell’incontro di oggi, venerdì 26 giugno, presso la Sala stampa della Santa Sede.

Una serie di eventi, culturali e religiosi, che pongono il suggello a questo «anno tematico», come lo ha definito Benedetto XVI, giustificando la scelta con due ragioni e, quindi, due obiettivi. Il primo, che il messaggio di Paolo fosse maggiormente divulgato tra quanti non ne hanno ancora una approfondita conoscenza. Il secondo, quello di sviluppare programmi di dimensione ecumenica.

Così, dopo i primi vespri nella solennità dei Santi Pietro e Paolo, che Benedetto XVI presiederà domenica 28 nella basilica di San Paolo fuori le Mura, il gesto ufficiale che chiude la ricorrenza cristiana è affidato al cardinale arciprete che lunedì 29, alle 17.30, all’altare della Confessione, celebrerà i secondi vespri. Seguirà una Messa solenne e il sigillo della Porta Paolina, abbellita – proprio la settimana scorsa – con nuovi bassorilievi bronzei.

La fiamma che il Papa accese esattamente un anno fa, avendo al suo fianco il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, continuerà invece ad ardere nel quadriportico, fuori dalla basilica per la quale dal 1823, a seguito di un incendio che devastò la struttura, vige ancora il divieto di accendere candele all’interno.

A voler fare un bilancio, il cardinale svela che «sebbene nei primi mesi sia stata notata una certa lentezza nel promuovere gli eventi, questi poi si siano susseguiti con crescente intensità». Il merito, ancora una volta, è del Pontefice: «Al grande ed innegabile successo di tutto l’Anno Paolino nel mondo – spiega, riconoscente, l’arciprete – ha contribuito certamente l’apporto dottrinale, da grande “dottore della Chiesa”, di Benedetto XVI».

I numeri chiariscono l’entusiasmo: se prima dell’Anno Paolino solo un migliaio di fedeli facevano visita alla tomba di Saulo di Tarso, nella sola giornata del primo maggio scorso ben 18mila pellegrini hanno varcato la soglia della basilica, tornata all’antico splendore dopo imponenti lavori di ristrutturazione.

In Cina, addirittura, l’Anno Paolino ha favorito il raddoppiarsi dei battesimi così come del diffondersi del nome Paolo tra i bambini. Giornate di studio sugli scritti dell’apostolo sono state organizzate ovunque nel mondo, come pure sono state tante le catechesi, i convegni, le “pièces” teatrali e gli eventi musicali in onore di Paolo.

«Evitando di trasformare la basilica in sala da concerti, tuttavia – racconta il cardinale Lanza di Montezemolo – quando ho parlato di tali possibili programmi con il Santo Padre, per esplorare se non avesse nulla in contrario, il Papa mi ha semplicemente detto “Mi invitate?”». E mentre ricorda la visita, in questi giorni, di sette delegazioni pontificie nei luoghi particolarmente legati alla vita dell’apostolo, il porporato si rivolge al mondo cristiano con un invito: quello di continuare ad accogliere il messaggio di Paolo, affinché «continui anche oggi a parlare a tutte le genti, nei diversi continenti del mondo».

26 giugno 2009

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