Senza tetto in mostra al San Camillo-Forlanini

L’azienda ospedaliera ospita gli scatti che raccontano il nuovo progetto di accoglienza e sostegno dei senza dimora portato avanti da Sant’Egidio, Salvamamme e Commercity di Massimo Camussi

Un primo piano sugli occhi di Sergio, segnati dalle rughe e dall’esperienza; la luce sul sorriso di Claire, giovane madre congolese scappata dalla guerra. Sono queste alcune delle immagini scelte dal fotoreporter Manolo Cinti e raccolte nella mostra “Coraggio, si ricomincia!”, presentata venerdì scorso (18 giugno) presso l’Ospedale San Camillo di Roma. L’esposizione racconta un anno di lavoro di un nuovo progetto solidale di accoglienza e sostegno dei senza fissa dimora, nato dalla collaborazione tra la stessa azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini, i volontari della Comunità di Sant’Egidio e dell’Associazione Salvamamme, e la rete di aziende private Commercity, che ha fornito generi di prima necessità, cibo e vestiti.

«Siamo partiti con l’assistenza proprio dal nostro ospedale – spiega Alberto Bersani, portavoce della direzione generale del San Camillo-Forlanini – perché ormai da anni i padiglioni e i cortili del San Camillo sono stati scelti dai senza fissa dimora romani come luogo sicuro dove passare la notte, d’inverno e d’estate. All’inizio era palpabile lo scetticismo: c’è chi riteneva anomalo che un’azienda sanitaria ad alta specializzazione come la nostra si occupasse di senza tetto. Oggi possiamo dire di aver dato una risposta di altissima qualità ai bisogni dei più deboli, e ne siamo orgogliosi».

Dalle testimonianze dirette e dal lavoro dei volontari arrivano i nuovi dati sul disagio sociale a Roma: l’età media di chi vive per strada si è abbassata, i migranti sono aumentati, ma al tempo stesso è aumentato il numero di anziani sopra i 65 anni che chiedono pacchi alimentari. «A causa della ben nota crisi globale, la povertà sta aumentando – denuncia Augusto D’Angelo, della Comunità di Sant’Egidio – ma dei poveri si parla sempre meno. E cosa ben più grave, il problema viene affrontato ancora in maniera emergenziale, con progetti stagionali senza continuità: così si ricomincia sempre da zero. Questo progetto è partito invece con un approccio lungimirante, mettendo insieme l’esperienza delle associazioni e delle amministrazioni sanitarie pubbliche con i fondi dei privati. La burocrazia, invece, spesso è un ostacolo per chi vuole ricostruirsi una vita perduta anni prima». L’85% dei Comuni italiani, secondo i dati diffusi da Sant’Egidio, non ha ancora attivato il sistema di residenza fittizia per i senza fissa dimora, necessario per usufruire dei servizi statali.

«Il problema oltrepassa i nostri confini – spiega Roberta Angelilli, vicepresidente del Parlamento Europeo, intervenuta alla presentazione -. Nel nostro ricco continente, 80 milioni di persone sono sotto la soglia di povertà: un numero enorme, ingiustificabile. Per questo l’Unione Europea ha proclamato ufficialmente il 2010 anno di lotta alla povertà. Per il contrasto al disagio sociale noi oggi spendiamo solo il 7% del bilancio comunitario: ci impegniamo a stanziare una cifra ben maggiore».

Nelle foto della mostra c’è anche Carmelo, classe 1946, professore di storia e di letteratura. Nel 1992 una malattia che sembrava incurabile lo costringe in ospedale per 14 mesi. Gli otto anni successivi li vive per strada. Oggi ha ritrovato la stabilità e mette a frutto la sua esperienza come volontario. «La politica ora deve fare di più. Qui a Roma ho partecipato a troppi funerali – racconta Carmelo, visibilmente commosso -, di amici morti a causa del freddo e della violenza. I funerali costano troppo ai nostri cuori».

18 giugno 2010

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