Save the children: Lazio al 9° posto in Italia per “povertà educativa”

L’organizzazione lancia la campagna “Illuminiamo il Futuro”, per dare educazione e speranza ai bambini stretti nella morsa delle povertà e che non riescono sviluppare i propri talenti di R. S.

Secondo gli ultimi dati di Save the children, il Lazio è al nono posto nella lista delle regioni italiane per povertà educativa, secondo il nuovo indice IPE di Save the Children. Critica in particolare la situazione dei servizi dedicati alla prima infanzia: solo 16,4 bambini su 100 (nella fascia di età 0-2 anni) sono presi in carico dagli asili pubblici della regione, un dato ben lontano da quello dell’Emilia Romagna (26,5%) e ancor più dall’obiettivo del 33% stabilito dalla Ue[4″>. Anche il tempo pieno nelle scuole primarie viene garantito solo nel 44,7% delle scuole primarie e nel 10,3% delle secondarie di primo grado, mentre solo poco più della della metà degli istituti (63,24%) danno la possibilità di usufruire della mensa scolastica.

Solo il 33,3% degli istituti scolastici è in possesso del certificato di agibilità. Sotto lo standard europeo anche il tasso di dispersione scolastica, che nel Lazio raggiunge quota 12,3%. Si tratta di un fenomeno molto grave che non risparmia anche regioni del Nord, come la Valle d’Aosta (19,1%) e la provincia autonoma di Bolzano (16,7%), tenendo l’Italia ancora molto lontana dalla soglia europea del 10%.

La deprivazione educativa non si limita solo alla scuola e riguarda anche gli altri ambiti di vita dei minori: solo il 51,9% tra i bambini e gli adolescenti nel Lazio fa sport continuativamente, (a fronte del 61,6% in Valle d’Aosta), il 56,8% dei minori ha letto un libro. Solo il 33,8% dei minori nella regione ha visitato un monumento nell’ultimo anno: colpisce che nel paese che primeggia nel mondo per opere d’arte, nessuna regione italiana veda almeno il 50% dei suoi minori visitare un monumento (al massimo si arriva al 43% della provincia autonoma di Trento). Il Lazio dunque, alla luce dell’IPE, sembra offrire ai bambini e adolescenti meno opportunità educative di quanto le condizioni economiche generali delle famiglie e i tassi più modesti di povertà relativa riscontrati (11,1%) rispetto alle altre regioni potrebbero far sperare.

«La povertà educativa è la privazione per un bambino e un adolescente della possibilità di apprendere, di sperimentare le proprie capacità, di sviluppare e far fiorire liberamente i propri talenti e aspirazioni», spiega Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children Italia. «È una deprivazione che spesso si salda con quella economica e che può compromettere pesantemente non solo il presente ma anche il futuro di un bambino, con il rischio di ritrovarsi, una volta adulto, ai margini della società e del mondo del lavoro. Per questo, come Save the Children, riteniamo che i bisogni educativi di ogni bambino siano da considerarsi a tutti gli effetti, come bisogni primari e che la lotta alla povertà educativa debba divenire una priorità».

«Attraverso la campagna “Illuminiamo il Futuro” Save the Children intende appellarsi anche al governo affinché siano messe in atto alcune misure cruciali per contrastare la povertà educativa», continua Valerio Neri. «È fondamentale migliorare la raccolta e circolazione dei dati relativi ai percorsi educativi, completando l’Anagrafe scolastica con informazioni sull’iter educativi e familiari del minore. È necessario poi fare investimenti mirati nelle aree in maggiore povertà educativa e con i più alti tassi di dispersione scolastica, verificando però scrupolosamente l’impatto degli interventi».

12 maggio 2013

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