Sant’Egidio, le feste con i poveri

Il 27 il Papa alla mensa di via Dandolo. Benedetto XVI siederà a tavola con gli ospiti della struttura. E durante il periodo natalizio, numerosi pranzi per i senza tetto e i detenuti di Giulia Rocchi

Natale, Cristo nel volto del povero di Enrico Feroci

Pranzi nelle carceri e cene nelle stazioni, brindisi con gli immigrati e regali per gli anziani. Passano i giorni di festa con chi è solo, malato e povero, i volontari della Comunità di Sant’Egidio. E lo fanno come in qualsiasi famiglia italiana: offrendo regali personalizzati, mangiando le lasagne, i mandarini e il panettone. Quest’anno con loro ci sarà anche il Papa: Benedetto XVI, infatti, pranzerà con i poveri e i volontari nella mensa di via Dandolo, domenica 27 dicembre.

Ma come tradizione i festeggiamenti cominciano la sera della vigilia, con la «cena itinerante» portata ai bisognosi della città per strada, nelle piazze e davanti alle stazioni; si prosegue il 25 con i banchetti nei locali delle parrocchie e nelle sedi della Comunità. Il 26, poi, per quest’anno c’è una novità: il pranzo a Regina Coeli con circa 80 detenuti e le autorità amministrative del carcere. Lo stesso giorno in cui, nel 1958, Papa Giovanni XXIII visitò il penitenziario.

«Nella rotonda dove siederemo a tavola – racconta Stefania Tallei, volontaria di Sant’Egidio impegnata nelle carceri – ci sono tre targhe che ricordano le visite dei Pontefici. E qui, ogni domenica, viene celebrata la Messa». Un luogo significativo, dunque, ma anche «freddo, triste», ammette Stefania. Per questo i volontari della Comunità cercheranno di rallegrarlo, addobbandolo con festoni e decorazioni, e apparecchiando i diversi tavoli con il rosso e l’oro delle feste. E non c’è Natale che si rispetti senza un regalo da scartare. «Per i detenuti scegliamo sempre qualcosa di caldo, dalle felpe ai guanti – spiega la volontaria – perché la maggior parte sono poveri, spesso anche stranieri. Ci sono persone che vengono arrestate in estate, non hanno alcun familiare fuori che possa portare loro degli indumenti, e restano in maglietta di cotone per tutto l’inverno. Il carcere è un luogo di grande dolore. C’è chi non ha il sapone, né il dentifricio per lavarsi i denti. Noi cerchiamo di portar loro qualcosa, ma non sempre riusciamo a raggiungere tutti». A ciascuno verrà regalata anche una copia del «Dove», la guida con tutti gli indirizzi romani della solidarietà, dalle mense agli ostelli. «Già da dentro il carcere possono cominciare a orientarsi su cosa fare “dopo”, una volta usciti fuori», spiega Stefania. Perché «il Natale è un segno di speranza, per tutti».

Se il banchetto del 26 dicembre è una novità di questo 2009, ogni anno, comunque, la Comunità di Sant’Egidio promuove momenti di festa per i detenuti. «Il 29 organizziamo un pranzo nel centro clinico di Regina Coeli – aggiunge Tallei -, mentre il 5 gennaio due iniziative analoghe si svolgeranno nell’infermeria e in un piccolo reparto di Rebibbia». Per le donne di questo istituto verrà promossa una «festa al femminile – anticipa Stefania – il 30 dicembre: una merenda per duecento donne con giochi e regali per tutte».

Ma la proposta più nota della Comunità resta, probabilmente, quella dei pranzi natalizi per i senza tetto, in numerose parrocchie della città. Nata nel 1982 nella basilica di Santa Maria in Trastevere, l’iniziativa si è estesa presto a tutti i quartieri della Capitale. «Nella zona Eur-Laurentina – dice Valentina Marzano, una volontaria – organizziamo due pranzi, per poter accogliere il maggior numero di persone. Uno verrà allestito presso la parrocchia di Santa Maria Mater Ecclesiae, con circa 200 ospiti; l’altro nella nostra sede del Laurentino 38, con almeno 230 persone». Si tratta di «poveri che vivono per strada – spiega – a cui portiamo la cena il lunedì e il giovedì sera, e ancora anziani soli residenti nel territorio e un certo numero di famiglie immigrate». A tutti loro, naturalmente, verrà offerto un dono. «Li stiamo raccogliendo in questi giorni – racconta Valentina -, tramite passaparola tra amici e colleghi o con richieste dirette a chi va a fare compere».

La Comunità è infatti presente con punti di raccolta nei centri commerciali, davanti ai supermercati, lungo le strade dello shopping (per l’elenco completo www.santegidio.org). «Secondo noi questo è un modo bello di attendere il Natale – osserva ancora Marzano -, con piccoli segni che trasmettono gioia e calore». Chiunque può contribuire acquistando un regalo per i senza fissa dimora. Dal berretto di lana al bagnoschiuma, dal portadocumenti ai giocattoli per i bambini, dalla carta da lettere alla radiolina: l’importante è che siano oggetti utili e, soprattutto, nuovi. «Perché – spiegano da Sant’Egidio -, almeno un giorno all’anno, queste persone abbiano qualcosa come tutti gli altri».

23 dicembre 2009

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