Sant’Andrea Avellino, al centro le famiglie
Si punta sulla pastorale familiare nella parrocchia alla Tomba di Nerone. La “Cittadella degli Anta” con laboratori e attività; i momenti di aggregazione per gli anziani; l’oratorio per i ragazzi di Graziella Melina
«Nel momento in cui la parrocchia raggiunge le famiglie, raggiunge anche i singoli». Ruota attorno a questa idea del parroco, don Claudio Occhipinti, la pastorale di Sant’Andrea Avellino, comunità di 4mila anime nella zona della Tomba di Nerone, tra il Raccordo anulare e la Trionfale. Un oasi di verde che durante il giorno, però, rimane quasi deserta. «Di giorno il quartiere si svuota, perché in tanti vanno a lavorare fuori», spiega il sacerdote.
In realtà, tranne la scuola, «servizi e punti di aggregazione qui non ce ne sono», lamentano i residenti, e non è infrequente che ci siano difficoltà di relazione, con «il rischio di sentirsi soli e isolati». Senza contare che «questa dimensione del “quartiere dormitorio” influisce sulla frequentazione abituale della vita parrocchiale», aggiunge il vice parroco, don Roberto Paoloni. E così don Claudio, arrivato qui tre anni fa, «per riaggregare la comunità e aprirla verso l’esterno», ha deciso di puntare proprio sulla pastorale familiare.
Numerose, quindi, le proposte per unire la comunità dei fedeli. Come la missione popolare. «Si è svolta per le strade e nelle case, dal 28 febbraio al 1 marzo – racconta don Claudio –; l’hanno guidata 12 missionari». «È stata molto apprezzata dalle famiglie – aggiunge Elisa Pascucci, una delle volontarie –. Si sente la necessità di confronto, di scambio di amore».
Sempre con l’obiettivo di «portare la Chiesa nelle case e aiutare le famiglie a ritrovare un’identità cristiana da vivere ogni giorno – aggiunge il parroco –, abbiamo organizzato dei centri di ascolto per evangelizzare la famiglie. Ora abbiamo intenzione di istituire delle “cellule parrocchiali di evangelizzazione”». Altro appuntamento di aggregazione, la “Giornata della cordialità familiare”: «Invitiamo le famiglie a vivere dei momenti di preghiera e convivialità insieme, da novembre a maggio, per 4 domeniche». La comunità, inoltre, «durante l’estate, si ritrova in parrocchia una volta a settimana, la sera, e partecipa alle cosiddette “Serate serene”».
L’anno scorso, inoltre, è partito il progetto della “Cittadella degli Anta”. Anche questa «è nata come un proposta di aggregazione degli abitanti del quartiere. Organizziamo corsi di lingua, informatica, attività culturali e formative», racconta Francesco Ruffini, che si occupa del corso di informatica. «I parrocchiani partecipano ben volentieri», spiegano Davide Bicchielli e Aldo Faini, altri due volontari della Cittadella, mentre mostrano la sala teatro, quella per il decoupage, per i corsi di lingua e di musica, il cineforum, la biblioteca.
Non manca, poi, l’attenzione per gli anziani. «Organizziamo attività di ricamo, cucito. Ci si riunisce due volte a settimana in parrocchia, si lavora, si gioca. E facciamo delle cene insieme», spiega ancora Elisa Pascucci, che coordina il gruppo.
Per i ragazzi – un’ottantina quelli che seguono le catechesi – «ci sono l’oratorio invernale, con i laboratori manuali, e quello estivo», ricorda il viceparroco. In cantiere il progetto di «coinvolgere i cresimandi in laboratori teatrali». Mentre per «i più piccoli – riprende il parroco –, che frequentano il catechismo della prima Comunione, abbiamo l’idea di visite presso basiliche e siti cristiani, come proposta di apertura alla storia cristiana. Vorremmo aprire un oratorio del mattino».
La comunità si ritrova poi per i momenti di preghiera: il gruppo di padre Pio si riunisce una volta al mese. Il giovedì spazio alla lectio divina.
15 giugno 2010