Santa Maria Mater Ecclesiae, l’oratorio al centro

La parrocchia al quartiere Torrino investe molto sulla formazione della persona, anche attraverso un’imponente struttura ricreativa di Daniele Piccini

«Formula vincente non si cambia». Questa è la filosofia che ispira Santa Maria Mater Ecclesiae, parrocchia del quartiere Torrino, 25mila abitanti a sud della capitale, animata dal cuore pulsante del suo oratorio. Un’idea d’altri tempi, forse, ma tutt’altro che “vecchia”. «L’oratorio è un modello educativo coinvolgente – afferma convinto il parroco, don Massimo Talamona – che forma sia chi lo organizza sia chi vi partecipa. A Roma questa formula è ancora giovane: i primi oratori sono stati quelli dei salesiani, mentre a nord è un metodo diffuso da tempo. È un modello che completa la formazione della persona, per la quale il solo catechismo non basta».

Costruito attorno al 1992 e frequentato da circa 120 ragazzi tra i 5 e i 12 anni gestiti da 30 animatori, l’oratorio di Santa Maria Mater Ecclesiae dispone di due campi da calcio (uno a 5 e uno di calciottto), e di uno spazio per il basket e pallavolo, creato nel 1994. E le famiglie del quartiere Torrino sembrano apprezzare. «Quando una parrocchia dispone di un oratorio ben funzionante – continua don Massimo – le famiglie sperimentano tutta l’importanza di questa struttura. Ora, a Roma, anche l’architettura delle nuove chiese inizia a progettare gli spazi tenendone conto».

L’architettura a Santa Maria Mater Ecclesiae era ancora una sconosciuta nel 1966, quando la parrocchia “nacque” dentro un prefabbricato nella vecchia zona di Decima. Ma quel prefabbricato resiste ancora, e oggi è diventato una piccola cappella dove poter pregare. Al progetto di “costruzione della persona” contribuisce anche il salone teatro di 200 posti – dove un gruppo di giovani attori prepara una rappresentazione ogni anno – e la rivista “Dialogo”, 20 pagine pubblicate dieci volte l’anno e dirette dal vice parroco don Roberto Cassano che non si limitano a fornire un bollettino delle attività parrocchiali, ma offrono uno sguardo sulla vita di tutto il quartiere.

Oltre alle scuole calcio e di danza a Santa Maria Mater Ecclesiae c’è anche quella di scherma, iniziativa tanto singolare per una parrocchia quanto ben accolta da famiglie e ragazzi. «Insegno sciabola a circa 20 ragazzi dai 10 ai 12 anni per tre giorni a settimana – spiega il maestro d’arma Gustavo Ducuing, che, transfugo da una società di scherma ha importato la sua arte a Santa Maria Mater Ecclesiae – la società è nata solo quest’anno ma c’è già tanto entusiasmo. I genitori non solo accompagnano volentieri i figli, ma spesso tirano insieme a loro. All’inizio offriamo un mese di lezioni gratis per permettere di capire le proprie motivazioni».

Ma l’impegno per l’oratorio non distoglie l’attenzione della parrocchia verso le generazioni non più giovanissime. L’associazione Gualtieri ha a disposizione un locale dove i 40-50 anziani “iscritti” possono riunirsi per incontrarsi, leggere i giornali e perfino usufruire di sedute di fisioterapia. «Ma il Torrino è un quartiere nuovo – riflette don Massimo Talamona – dove si formano sempre nuove famiglie e presto ci sarà bisogno di un asilo. In parrocchia abbiamo un’area che stiamo pensando di dedicare al baby-sitting, il Vicariato si sta già attivando per contattare associazioni in grado di organizzare il servizio».

Giovani famiglie uguale tanti bambini uguale gruppi catechismo numerosi. Sono infatti 120-130 i ragazzi, divisi in otto gruppi, che si preparano alla Prima Comunione, 80 i cresimandi. Sono in media 15 le coppie che partecipano ai due corsi annuali di preparazione al matrimonio. La Comunità di Sant’Egidio, oltre al pranzo di Natale, organizza riunioni di preghiera settimanali e incontri ecumenici con sacerdoti ortodossi e pastori protestanti. Ma si dà da fare anche la Caritas parrocchiale con il suo centro d’ascolto che avvia gli extracomunitari al mondo del lavoro.

Per fortuna che alla Messa domenicale, ci sono i due cori – di adulti (15) e di bambini – ad animare la liturgia e a dissolvere, con il loro canto, le fatiche di tutta la settimana.

26 febbraio 2008

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