Santa Maria in Traspontina

Dedicata alla Vergine, la chiesa vive la vicinanza con il Vaticano aperta al servizio e all’accoglienza dei pellegrini di Gianluigi De Palo

Una parrocchia che fa da anticamera di San Pietro, dove i cardinali sono di casa. In un quartiere diviso in due grandi zone, molto differenti tra loro, Santa Maria in Traspontina a via della Conciliazione cerca di essere il punto di riferimento della gente. «Se il Borgo – spiega padre Pietro Leta, il parroco – si è andato trasformando con alberghi, ristoranti e negozi che vendono oggetti sacri, la zona Prati sta assistendo al ritorno di coppie giovani che ereditano l’appartamento dalle loro famiglie d’origine». Tra le seimila anime che popolano il territorio, molti sono i consacrati o le consacrate che appartengono agli ordini religiosi che hanno la propria residenza nei pressi della parrocchia: «La presenza di oltre trenta istituti maschili e femminili ci ha fatto pensare che sarebbe stato opportuno creare un coordinamento per valorizzare questi fratelli che spesso sono a Roma per studiare. Per questo organizziamo momenti di preghiera in comune nei tempi forti dell’anno: durante il triduo pasquale, per la giornata missionaria e per quella vocazionale».

La vicinanza con il Vaticano non può non modificare la quotidianità della parrocchia: «Cerchiamo di dare un servizio ai numerosi pellegrini che ogni giorno vengono a trovare il Papa. Spesso i cardinali e i vescovi ci chiedono di poter celebrare con i loro gruppi la Messa da noi, soprattutto in concomitanza con le beatificazioni e le canonizzazioni». Per le Messe della domenica è lo stesso. «La mattina ne celebriamo una alle 10.30, terminando pochi minuti prima di mezzogiorno e permettendo così a quanti volessero partecipare all’Angelus del Santo Padre di farlo; l’altra alle 12 e 15, accogliendo quanti sono appena stati in piazza San Pietro per la benedizione».

La chiesa, che è una vera e propria opera d’arte, probabilmente esisteva già nel 772, quando Papa Adriano I sembra la dichiarasse diaconia dopo averla restaurata. Era dedicata alla Vergine e venne chiamata con vari nomi: in Portica, Transpontem e, infine, in Traspontina. Si trovano anche i nomi di in Transpadania, Transpadina, in Turrispadina che possono essere interpretati come corruzione della parola Traspontina, oppure possono rimandare a una possibile colonia di transpadani (longobardi e germanici) situata nella zona. Nel XV secolo la chiesa fu affidata ai Carmelitani che da allora ne sono rimasti fino ad oggi titolari. Nel corso dei secoli successivi, subì ripetutamente le inondazioni del Tevere, ma l’oltraggio più grave fu quello arrecatole dal Sacco di Roma del 1527, dal quale non si riprese più al punto da arrivare alla demolizione e alla successiva riedificazione nel luogo attuale, più sicuro, avvenuta alla fine del XVI secolo. «La parrocchia è dedicata al culto e alla devozione della Vergine del Carmelo. Ogni anno, infatti, la domenica che precede il 16 luglio organizziamo una festa che coinvolge tutto il quartiere. Il momento forte è quello della processione per le vie del Borgo della statua della Madonna. In quell’occasione partecipano tantissime persone, provenienti da tutta Roma». E se lo scorso anno padre Pietro invitò nove storici cardinali a predicare durante la novena, quest’anno ne chiamerà alcuni di recente elezione. «È giusto chiamarli anche perchè, di fatto, questa è la loro parrocchia».

Di lunga tradizione sono gli incontri di lectio divina tenuti dal padre carmelitano Bruno Secondin che dal 1996 ogni quindici giorni, in un clima di silenzio e di meditazione, di preghiera e di contemplazione, si sofferma e cerca di rendere familiare per le numerose persone che vi partecipano la Parola di Dio. Quest’anno hanno portato il loro contributo anche il pastore valdese Paolo Ricca, la professoressa Bruna Costacurta e l’esegeta brasiliano Carlos Mesters.

Tra i frutti della Giornata mondiale della gioventù di Colonia c’è il gruppo del Movimento giovanile che si riunisce ogni giovedì alle 21 per approfondire la formazione cristiana alla luce del Catechismo della Chiesa Cattolica. «Tutto è nato – spiega Priscilla, una delle animatrici – grazie alle parole del Papa a Colonia: essere cristiani è bello! Quando siamo tornati volevamo che quelle parole portassero frutto. Cerchiamo di renderci utili e di aiutare dovunque in parrocchia c’è bisogno di noi. Stiamo progettando di allargare il movimento giovanile alla fascia d’età 14-17 anni e le idee sono tante». Attualmente anche il movimento giovanile aiuta il centro di ascolto della Caritas che oltre alla normale attività di accoglienza e di smistamento dei vestiti, nel periodo invernale aiuta i senza fissa dimora che vengono ospitati nella tendopoli adibita dalla Protezione Civile nei giardini di Castel Sant’Angelo. Tra le iniziative benefiche, padre Pietro va molto fiero del gruppo di donatori sangue di recente formazione che domenica 2 aprile ha organizzato lal prima raccolta sangue in parrocchia.

«Per il futuro – conclude il parroco – sono molto fiducioso anche perché in questi giorni, in collaborazione con la facoltà di statistica della Lumsa, stiamo facendo un’indagine conoscitiva del quartiere. Abbiamo mandato a tutte le famiglie della parrocchia un questionario che ci aiuterà a leggere in profondità il territorio. In questo modo la programmazione pastorale dei prossimi anni sarà più aderente alla realtà».

31 marzo 2006

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