Santa Maria del Carmelo, impegno a tutto tondo

Nella parrocchia di Mostacciano diverse realtà: dai messaggi nei condomini ai corsi per la terza età. Il centro di ascolto Caritas e l’attività missionaria di Graziella Melina

Catechesi nelle case, messaggeri nei condomini, incontri nelle scuole. È un impegno a tutto campo quello che viene portato avanti a Santa Maria del Carmelo a Mostacciano, quartiere di 16mila abitanti, nella periferia sud della capitale. «La parrocchia deve essere presente sul territorio, nelle case», spiega il parroco padre Giuseppe Midili dei carmelitani, ai quali è affidata la parrocchia. L’idea dei messaggeri in realtà risale alla grande missione cittadina in preparazione del Giubileo del 2000; da allora però l’attività dei volontari impegnati sul territorio non è mai venuta meno. «Oggi i messaggeri sono circa 200. Ci aiutano a mantenere i contatti con la parrocchia e a portare i nostri messaggi nelle singole case. E poi ci segnalano situazioni di disagio, di povertà, di malattia», precisa padre Giuseppe.

Canali di dialogo sempre aperti, dunque, anche per cercare di vincere la tendenza sempre più crescente all’individualismo e a tenere più unita la comunità. Che, del resto, non si lascia sfuggire le proposte della parrocchia di piazza Beata Vergine del Carmelo. «C’è una grande sensibilità dei fedeli di fronte alle iniziative, se motivate. Le nostre proposte sono personalizzate», racconta il parroco. E infatti, tanto per fare un esempio, i corsi di preparazione al Battesimo vengono organizzati a domicilio. Oppure, per le mamme con bambini al seguito, è stata dedicata una cappella della chiesa dove è possibile seguire la Messa stando dietro ai più piccini.

Stessa attenzione anche per gli altri percorsi di formazione. Come quelle al matrimonio. «È un’esperienza accrescitiva sia per le coppie che per noi formatori», racconta Giuseppe Misale, che cura questo itinerario di formazione ed è anche ministro straordinario della comunione. «È un percorso per confrontarci insieme sulle tematiche di coppia», racconta. Per gli anziani invece è stata pensata l’Unismac, l’università per la terza età. Numerosi i corsi che si possono seguire: dalla teologia, alla storia della Chiesa, all’informatica, a corsi di inglese. «Vogliamo aiutare le persone a sentirsi meno sole – sottolinea il parroco – e a tenere vive le loro capacità». Per i separati c’è invece un gruppo specifico, che si incontra una volta al mese.

I ragazzi, circa 350, si ritrovano per la catechesi e l’oratorio, strutturato in grandi spazi. Ma la parrocchia si apre anche a quelli che frequentano le scuole del quartiere. «Stiamo tentando di aprire un canale di comunicazione con loro. Quest’anno con la scuola media abbiano voluto dare un’idea delle realtà di disagio fuori dell’Italia e prepararli ad accogliere gli immigrati», spiega il diacono Giuseppe Colona, che di storie di solidarietà da raccontare ne ha certamente tante visto che ogni anno per due, tre mesi si trasferisce in una missione in Perú. La sensibilizzazione alla carità non manca ovviamente anche tra i parrocchiani: «Aiutiamo varie missioni, partecipiamo alle giornate missionarie e raccogliamo fondi», prosegue il parroco.

Tiziana Tirelli e Laura Cullurà si occupano invece del centro di ascolto della Caritas. «Nel 2010 – raccontano, elenco in mano – si sono rivolte a noi 247 persone che cercavano un lavoro. Noi tentiamo di stabilire con tutti loro un momento di dialogo». A bussare alla porta sono per lo più stranieri, ma aumentano anche le famiglie con situazioni di disagio nascoste. Persone che non riescono a pagare l’affitto, oppure con figli disabili. «Per l’emergenza freddo – aggiungono poi – ospitiamo 16 persone nei container che sono stati installati vicino alla parrocchia. Per loro, da gennaio a fine aprile, circa 85 famiglie della parrocchia preparano la cena per due giorni a settimana. Poi la portano al centro di Ascolto e noi la distribuiamo». Tanta è infine l’attenzione per la liturgia, grazie anche ai parrocchiani, circa 30, che proprio per questo si sono preparati al pontificio ateneo Sant’Anselmo.

29 marzo 2011

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