Sanità nel Lazio, i conti non tornano

Proseguono le proteste dei dipendenti degli ospedali, dove entro il 2014 si consumeranno”tagli” per 14 miliardi. La Regione denuncia: la situazione è così grave per via di ricoveri inappropriati e degenze troppo lunghe di Lorena Leonardi

Sempre più salato il conto che le manovre finanziarie del governo fanno pagare alla sanità del Lazio. A dirlo, l’agenzia regionale che svolge analisi di settore: in totale, tra spending review e legge di stabilità, al settore verranno meno quasi 14 miliardi di euro entro il 2014. E altri 8 miliardi saranno tagliati anche nel 2015. Sempre guardando al totale delle manovre, il taglio sul personale sarà di 150 milioni nel 2013. Pesanti anche le decurtazioni sulla farmaceutica ospedaliera e convenzionata (325 milioni nel 2012, 1,7 miliardi nel 2013 e altrettanti nel 2014), su beni e servizi (505 milioni nel 2012, 1,7 miliardi nel 2013 e 2 nel 2014) e sui dispositivi medici (1,2 miliardi nel 2012, di 1,7 miliardi nel 2014.

Stando ai numeri dell’agenzia regionale, i ricoveri inappropriati e le degenze troppo lunghe sono i mali della sanità che hanno causato prima un aggravamento del disavanzo, poi un piano di tagli di posti letto, che sta culminando con la nuova riduzione di 940 unità decisa dal commissario straordinario Enrico Bondi. Negli ospedali colpiti dai tagli come il San Filippo Neri (meno 120 posti letto) prosegue la mobilitazione, e ieri, 19 dicembre, hanno protestato, con una fiaccolata sotto al ministero dell’Economia, anche il Centro traumatologico ortopedico, lo Spallanzani e l’Oftalmico, fino al gruppo San Raffaele.

Alla fiaccolata di ieri hanno preso parte anche i dipendenti del gruppo Idi-San Carlo, che con il suo buco di 244 milioni di euro tiene da agosto i lavoratori senza stipendio. L’ospedale del Trionfale sta organizzando, insieme ai sindacati, un corteo per la mattina di sabato 22 dicembre. Intanto nella tabella di marcia di Bondi ci sono anche 50 posti letto da togliere al San Giovanni, che così rischierebbe di perdere i reparti di geriatria, di medicina dello sport e uno dei due di urologia. Per il San Camillo i letti in bilico sarebbero passati a 20 dai 100 iniziali.

Secondo l’agenzia della Regione che elabora i dati sulla sanità sono ancora troppo numerosi gli ospedali piccoli, con meno di 120 posti letto: rappresentano il 53% del totale, con una prevalenza tra le case di cura accreditate. Quanto alla degenza media, è sopra lo standard nazionale di circa il 10%. Questo, si legge nel rapporto, «si traduce per i ricoveri nel 2010 in un surplus di 470 mila giornate di degenza e in utilizzo di circa 1.300 posti letto in più». Nei reparti di chirurgia, inoltre, troppo spesso sono ricoverati pazienti che dovrebbero essere assistiti in medicina.

«Costruttivo» è stato secondo il sindaco Gianni Alemanno l’incontro di qualche giorno fa con il commissario Bondi che, ha dichiarato il primo cittadino, «ha intenzione di promuovere una serie di incontri struttura per struttura al Gemelli, al Campus bio-medico e al Fatebenefratelli entro la fine della settimana e poi ci informerà. Prima di Natale ci dedicheremo ai policlinici universitari e presto avremo il quadro complessivo. Il commissario Bondi ci ha detto – riferisce Alemanno – che è convinto di riuscire a raggiungere il pareggio della spesa sanitaria senza distruggere il tessuto sanitario».

20 dicembre 2012

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