San Giovanni Neumann, comunità in preghiera per il dono della chiesa

La realtà della parrocchia di Montespaccato, nata nel 2000 e ancora in strutture provvisorie. Il gruppo dei giovani e l’impegno della Caritas. Il parroco padre Antonio: «La parola d’ordine è dare quello che si può» di Maria Elena Rosati

La parrocchia San Giovanni Nepomuceno Neumann è una comunità che vive nella speranza. Nata nel 2000 da una costola della parrocchia Santa Maria Janua Coeli, estesa su un territorio di circa 10mila abitanti nella borgata Montespaccato, la parrocchia è affidata ai padri Redentoristi, e da anni si appoggia su strutture provvisorie, in attesa della costruzione della chiesa. «Siamo collocati in un locale adibito a cappella, al piano terra di una palazzina – racconta il parroco, padre Antonio Cirulli -. Non è molto capiente e non abbiamo sale: per organizzare l’oratorio abbiamo preso in affitto dei seminterrati in un altro palazzo». Senza una chiesa, e senza consiglio pastorale, padre Antonio, con padre Vincenzo la Mendola e il supporto dei parrocchiani, guida la comunità attraverso le varie attività: gruppi di preghiera ed evangelizzazione, un gruppo di teatro, ma soprattutto i percorsi di catechesi sacramentale per ragazzi, gli adulti, e coppie, e i corsi di formazione per i catechisti.

«La preparazione ai sacramenti dura cinque anni, dalla prima comunione fino alla cresima – spiega Saveria Mancuso, ministro straordinario della comunione –. La formazione è importante, perché non possiamo improvvisare la catechesi. Mancano le strutture, ma pur avendo un garage per parrocchia, ci diamo da fare». Anche Sergio Bartolini è catechista, con la moglie segue la preparazione delle giovani coppie al matrimonio. Per lui, cresciuto a Montespaccato, è «difficile far capire che la parrocchia è casa di tutti, non un centro servizi». In una borgata popolata da famiglie provenienti in gran parte dal sud, «viviamo una religiosità popolare e tradizioni diverse – riferisce -; spesso ci chiediamo solo cosa vogliamo, ma non cosa possiamo dare alla parrocchia». Bartolini è anche educatore del gruppo dei giovanissimi, nato come gruppo dopo cresima, e oggi la realtà più promettente della parrocchia. Circa 30 i ragazzi coinvolti, tra i 13 e i 17 anni, che, concluso il percorso di preparazione ai sacramenti, partecipano agli incontri, animano la Messa, e guidano i progetti del sito internet e di un giornalino bimestrale. «Dallo scorso anno – continua Bartolini – è avviato anche il corso per gli operatori pastorali, ogni 15 giorni. Partecipano insieme catechisti adulti, e alcuni dei ragazzi più grandi del dopo cresima. Li formiamo così perché siano operatori».

Un cammino di crescita umana e spirituale, quello che si porta avanti con i ragazzi, come racconta l’animatrice Laura Bonardi: «Qui i ragazzi hanno trovato un luogo dove vivere l’amicizia, sentirsi liberi, approfondire il rapporto con gli altri, e conoscere il messaggio cristiano lontani dai pericoli della strada». E se i problemi sono evidenti – «l’ oratorio è in condizioni pessime, non ci sono spazi per attività, dobbiamo inventarci tutto» – c’è ottimismo perché, rivela, «erano anni che non avevamo un gruppo così numeroso; vediamo in questo l’aiuto del Signore».

La parrocchia è un punto di riferimento anche per i malati, gli anziani e i più bisognosi, seguiti dalla Caritas, attiva da due anni: un centinaio le situazioni di disagio sul territorio, seguite con distribuzione di viveri, e l’offerta di ascolto e accoglienza, perché, spiega il parroco, «le sacche di povertà si stanno allagando sempre di più qui, tanti non hanno lavoro. Durante l’anno facciamo delle raccolte, e abbiamo il grande aiuto del banco alimentare». Padre Antonio non nasconde anche i problemi che la parrocchia affronta nella quotidianità: la parola d’ordine è dare quello che si può, senza perdere la fiducia. «Viviamo enormi difficoltà, anche economiche, ci sono gli affitti dei locali da pagare: non so quanto riusciremo ad andare avanti. Facciamo il nostro meglio e aspettiamo tutti la costruzione della nuova chiesa: stiamo pregando per avere presto buone notizie».

18 febbraio 2014

Potrebbe piacerti anche