San Giovanni Battista dei Fiorentini

Il gruppo If, due cori, attività di volontariato, e tante opere d’arte nella chiesa del rione Ponte di Graziella Melina

«Far nascere un fiore in un deserto». O meglio, creare una vera comunità in una fetta del centro storico di Roma. È l’obiettivo della parrocchia di San Giovanni Battista dei Fiorentini, al rione Ponte, dove i Fiorentini avevano circa 5 secoli fa la loro residenza, i banchi e il consolato. Oggi, in questo quartiere, a due passi dal Tevere, vivono solo circa 1200 persone. Per lo più anziani, in una realtà disomogenea. Tanta la gente di passaggio e i turisti. Eppure il parroco, monsignor Luigi Veturi, non si scoraggia. Tutt’altro. «Nel centro storico non si riesce a fare una vita parrocchiale al passo con le grandi parrocchie di periferia – racconta –. Quando mi fu affidata questa parrocchia, nove anni fa, la vidi come una sfida che il Signore mi proponeva e sono partito con l’obiettivo di riuscire a far sì che la gente veda nella parrocchia la propria famiglia».

E i risultati non sono mancati. «Ho puntato decisamente sui bambini – racconta il parroco –. Siamo riusciti a creare un bel clima, sereno, di simpatia. E le mamme vengono anche da lontano, ben volentieri». Ora sono circa 60 i bambini che frequentano le attività di catechesi. I più grandi fanno parte del gruppo “If”, ossia “I Fiorentini”. Un gruppo che, spiegano, si ispira allo scoutismo. Oltre a loro, sono tanti i ragazzi che frequentano la parrocchia. «Essendo musicista – prosegue monsignor Veturi – in una chiesa così bella e importante ho voluto pure un coro». Anzi due: in quello dei più piccoli sono impegnati 12 bimbi, dagli 8 ai 12 anni; il coro dei più grandi è costituito invece da 25 giovani. Nella basilica di Largo dei Fiorentini, del resto, si trova un organo in legno dorato del ‘600: uno dei maggiori di Roma, restaurato recentemente.

«Poi – aggiunge il parroco – organizziamo corsi prematrimoniali, cui partecipano anche coppie che provengono da altre zone di Roma. E c’è una buona partecipazione». Monsignor Veturi pensa a come aggregare i giovani. «Pochi giorni fa ho avuto l’incarico di responsabile di prefettura della pastorale giovanile – prosegue –. Inizierò dalla mia parrocchia: visto che ci sono i ragazzi del coro, abbiamo deciso di cominciare con la preghiera. Ci incontreremo dal primo giovedì di Avvento – anticipa –, reciteremo i Vespri tutti i giovedì sera alle 19.30, nella nuova cappellina di Gesù Misericordioso».

L’attenzione della comunità si rivolge anche ai tanti anziani della zona, per i quali San Giovanni dei Fiorentini è ormai un punto di riferimento, ed è aperta alle sofferenze dei bisognosi. «A livello caritativo – prosegue il parroco – sosteniamo una missione a Mouda, in Camerun. Qui si trova un centro di riabilitazione per bambini poliomielitici, che è portata avanti dai Silenziosi Operai della Croce». Nella missione non ci sono medici. Che per fortuna arrivano da fuori. «Noi ci siamo impegnati a pagare loro il viaggio. E finora ci siamo riusciti», dice soddisfatto. E lo sono pure i parrocchiani, come testimonia Rinaldo Rinaldin, membro del consiglio pastorale, da sempre impegnato in varie iniziative.

Tra quelle più recenti della parrocchia, le celebrazioni per il centenario: la parrocchia è stata eretta infatti da Papa Pio X il 24 ottobre del 1906. Molti gli eventi programmati, in cui si è inserita anche la cerimonia per la presa di possesso del titolo cardinalizio del cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, assegnatogli da Benedetto XVI il 24 marzo scorso. Il centenario è occasione anche per ripensare al prestigio del passato: in questa chiesa, tra l’altro, è stato rettore san Filippo Neri, dal 1564 al 1575. Prestigio evidente anche per il grande valore storico e artistico della basilica di San Giovanni de’ Fiorentini, che custodisce la tomba di Carlo Maderno e Francesco Borromini.

Un altro gioiello d’arte, voluto dal parroco e aperto nel 2001, è il museo nel sottotetto della navata destra della chiesa. La struttura, come spiega Simone Ferrari, responsabile culturale del museo, custodisce tra l’altro una statua marmorea di Giovanni Battista, attribuita a Michelangelo Buonarroti, precedentemente collocata nell’oratorio, ormai distrutto, di sant’Orsola della Pietà e poi trasferito nella nicchia sovrastante l’ingresso verso la sacrestia della basilica; e ancora, due busti marmorei realizzati da Gian Lorenzo Bernini. E poi: dipinti, reliquiari, icone. Opere ora “raccolte” nel catalogo “Il museo d’arte sacra di San Giovanni de’ Fiorentini”, edito da Elio de Rosa e curato da Lydia Saraca Colonnelli e Rosanna Thau. Il museo (ingresso libero) è aperto il lunedì, mercoledì e venerdì mattina.

Tante le iniziative culturali che, come ci racconta Bernardo Carloni, animatore culturale, la parrocchia ha realizzato negli ultimi anni: concerti di musica sacra, mostre, rappresentazioni teatrali, incontri di poesia, conferenze. E per l’anno nuovo è già in cantiere un programma fitto di eventi, tra i quali, anticipano, una mostra fotografica dal titolo “In-forme” e la presentazione di un libro sui cento anni della parrocchia.

24 novembre 2006

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