Romeni, oltre 1.500 richieste di “rimpatrio”

Dal 2007, più di 1.100 persone hanno fatto già ritorno. Si torna in autobus, il biglietto lo paga il Comune di Roma. Sono per lo più persone provenienti da insediamenti abusivi da Redattore Sociale

Sono più di 1.500 i romeni in difficoltà economiche che dall’estate del 2007 ad oggi hanno chiesto al Comune di Roma un aiuto per poter lasciare la Capitale e tornare in Romania e più di 1.100 sono già a casa. Si tratta per lo più di persone provenienti da insediamenti abusivi, in parte di senza dimora o persone che d’un tratto si sono trovate senza lavoro e senza alloggio. È quanto riferisce l’Ufficio immigrazione del Dipartimento per le Politiche sociali, che tramite uno sportello attivo il lunedì e il giovedì in via Assisi a Roma, valuta i singoli casi e permettere a quanti ne facciano richiesta di poter tornare anche senza aver le possibilità economiche per pagarsi il viaggio. A coprire le spese del biglietto, dei pasti o di pannolini, latte in polvere e omogeneizzati nel caso ci fossero dei bambini, è il Comune di Roma, che grazie a donazioni di sponsor privati riesce a raccogliere per ogni anno circa 100mila euro da destinare all’acquisto dei biglietti per il ritorno e al necessario per i pasti.

Attivo da agosto 2007, il servizio è andato a pieni giri nel corso del 2008 e in coincidenza dell’avvio del Piano nomadi nella capitale. Solo nel 2008, infatti, si sono registrate circa 600 partenze, mentre per il 2009 sono state circa 450 le persone che hanno chiesto e ottenuto il rimborso del viaggio di ritorno in Romania. Secondo i responsabili del progetto, per quasi l’85% dei casi a chiedere il rientro sono persone provenienti da campi abusivi. In genere si tratta persone singole, ma ci sono anche numerose famiglie con bambini piccoli provenienti dagli sgomberi. Molti arrivano nella Capitale anche da altre regioni, come l’Abruzzo e le Marche, e dalle interviste conoscitive raccolte allo sportello non sono pochi quelli costretti a tornare dopo non esser stati pagati per il proprio lavoro.

In Romania si torna in autobus. Grazie ad un accordo con la compagnia di trasporti Atlassib, ad oggi sono circa una ventina i posti sugli autobus per ogni settimana destinati al progetto, partendo dalla stazione di Tiburtina. Per poter usufruire del servizio occorre presentare una domanda allo sportello dove, con l’aiuto di una mediatrice culturale, vengono raccolti oltre ai dati anagrafici anche altre informazioni come la provenienza in Italia, dove e per quale motivo chiedono di rientrare. Nel caso della presenza di bambini piccoli, viene chiesto il certificato di nascita e se decide di partire solo la madre, si chiede una liberatoria del padre per essere sicuri che ci sia l’accordo di entrambi. Il viaggio può essere richiesto soltanto una volta e non ci sono graduatorie. Si dà solo la priorità a situazioni particolarmente gravi, facendo attenzione alle persone fragili come le donne con bambini. Per avere un posto libero per il ritorno in Romania, però, spesso bisogna attendere anche un mese, a causa del numero di richieste a fronte della disponibilità di posti, ma per lo meno c’è la certezza di poter arrivare a casa. Il viaggio, infatti, anche se dura parecchie ore, permette di raggiungere in modo capillare tutte le città della Romania.

21 gennaio 2010

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