Roma in corsa per le Olimpiadi del 2020

Approvata dal Consiglio comunale la delibera che autorizza la città a candidarsi per ospitare la XXIII edizione dei Giochi. Mario Pescante alla guida del comitato promotore di Jacopo D’Andrea

Roma è ufficialmente in corsa per le Olimpiadi del 2020. La delibera che autorizza la Capitale a candidarsi come città ospitante i giochi olimpici è stata approvata con un voto a maggioranza dal Consiglio comunale giovedì 14 luglio. Maggioranza quasi plebiscitaria e trasversale: 52 voti favorevoli ripartiti tra i membri dei gruppi Pdl, Pd e Udc. E così, la votazione ha formalizzato in maniera ufficiale la costituzione del comitato promotore che dovrà impegnarsi a vincere la gara per l’elezione della metropoli ospitante la XXIII edizione dei giochi olimpici. Scelta che il Cio (Comitato olimpico internazionale) farà il 7 settembre 2013 a Buenos Aires durante la sua125esima sessione.

A guidare il comitato promotore per Roma 2020 è stato indicato già da tempo proprio il vicepresidente del Cio stesso, Mario Pescante, che sarà affiancato da tre vicepresidenti: Gianni Petrucci, presidente del Coni (Comitato olimpico nazionale italiano), Andrea Mondello, ex vicepresidente di Confindustria ed ex presidente della Camera di Commercio di Roma, e dal sindaco della Capitale Gianni Alemanno. Quest’ultimo, prima della votazione finale, ha citato un sondaggio Unioncamere: «Nove romani su dieci – ha detto – approvano la candidatura di Roma e il 73 per cento di essi darebbe un suo contributo volontario all’organizzazione delle Olimpiadi». E poi «le parti più belle della Roma moderna sono nate proprio sotto la spinta dei giochi del 1960», ha concluso il primo cittadino snocciolando i dati di una ricerca che prevede anche un buon ritorno economico per l’intera metropoli. «Il turismo aumenterebbe del 20% e – ha illustrato – si creerebbero 109mila posti di lavoro». Previsioni economiche che il primo cittadino analizza rapportandole con i dati delle Olimpiadi invernali svolte a Torino nel 2006, che «hanno fatto registrare un aumento del pil torinese del 10%».

La discussione precedente lo scrutinio finale della delibera ha messo in evidenza anche le preoccupazioni e gli squilibri che l’evento Olimpiade potrebbe causare. Ad esempio, Andrea Alzetta, del movimento Action per Roma, ha motivato così il suo no a Roma 2020: «La politica occupa militarmente lo sport ma il pubblico non deve essere subalterno al privato. Pensiamo ai mondiali di nuoto che hanno portato 63 impianti privati a fronte di solo tre vasche pubbliche di cui due non funzionanti». Stesso tipo di allarme lanciato dal consigliere Gemma Azuni, del Gruppo misto, che ha motivato il suo voto contrario evidenziando che nella Capitale «ci sono dei gap notevoli da superare prima di parlare di candidature: il servizio sociale è uno di questi». Inoltre, secondo Azuni, «a Roma solo chi ha soldi fa sport: mancano in diversi quartieri delle strutture sportive accessibili a tutti. Le Olimpiadi si preannunciano così solo un grande affare per pochi».

Esortazioni a non trasformare un’opportunità come i giochi olimpici in una mera speculazione economica priva di un reale beneficio per i cittadini romani vengono anche dal capogruppo della Lista civica, Gianluca Quadrana. Il consigliere, che ha comunque dato voto favorevole alla delibera, si è così espresso: «Non dobbiamo costruire cattedrali nel deserto ma opere che serviranno alla quotidianità dei cittadini». Insomma, il cammino che il comitato promotore dovrà percorrere per «convincere» il Cio che la città eterna sia la migliore sede dei giochi olimpici del 2020 si preannuncia non totalmente privo di dossi e di curve pericolose, sebbene sia emerso un consenso olimpionico quasi unanime. Invito finale all’unità tra maggioranza e opposizione per vincere la sfida dell’assegnazione, quindi, dal sindaco Alemanno: «Il lavoro per coinvolgere la città è grande ma può nascere da oggi. Con le Olimpiadi – ha sottolineato il primo cittadino – il lavoro nella città crescerà e le multinazionali non porteranno la ricchezza al di fuori di essa».

15 luglio 2011

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