Riunita la nuova assemblea capitolina

Nel primo consiglio comunale il sindaco Marino ribadisce l’invito a «lavorare assieme». Eletto presidente dell’aula Mirko Coratti; vice presidenti Franco Marino e Giordano Tredicine di F. Cif.

«Siamo nel cuore di Roma, ma dovremo saperlo conquistare, questo cuore». Il sindaco Ignazio Marino ha iniziato così il suo discorso all’assemblea capitolina, riunita ieri, lunedì 1° luglio, per la prima volta. E nella sua primo intervento da sindaco in Aula Giulio Cesare ha scelto con cura le parole. «Coinvolgimento», «passione», «competenze»: questi alcuni dei termini chiave con i quali il neo sindaco ha raccontato anzitutto le fasi che hanno portato alla scelta della giunta. «Sono orgoglioso di questa squadra nella quale il numero delle donne è uguale a quello degli uomini», ha chiosato. Quindi ha rivolto lo sguardo al futuro, richiamando a un lavoro impegnativo e complesso, che richiede «amministratori impegnati, capaci, determinati».

Ai 48 consiglieri neo eletti Marino ha ribadito l’esigenza di un «forte senso del dovere» e di un «forte spirito di servizio», insieme alla capacità di «pronunciare il pronome “noi” molto più spesso del pronome “io”», evitando divisioni derivanti «da opposte passioni politiche o logiche di parte». Pena: la paralisi dell’azione di governo. Ha esortato a «lavorare assieme», per dimostrare ai romani che «in questo palazzo si prendono decisioni che affrontano i loro problemi». E il richiamo più immediato è alla mobilità, agli asili, alle «iniquità» che affliggono i cittadini. «Far risplendere Roma – ha aggiunto – non dipende dalla crisi, dipende da noi. Se coltiveremo lo stupore e la capacità di lasciarci sorprendere, allora vinceremo e lo faremo insieme, maggioranza e opposizione». L’auspicio è che aumenti «il numero di coloro che la politica più antica considera eretici: coloro cioè che hanno a cuore il benessere dei cittadini prima del proprio senso di identità politica».

Nella seduta inaugurale, i 48 consiglieri eletti hanno battezzato l’Aula Giulio Cesare, scegliendo presidente e vice presidenti. Lo scranno più alto dell’aula è andato a Mirko Coratti (Pd), eletto a scrutinio segreto dai consiglieri e dal sindaco. Vice presidenti sono Franco Marino, appartenente alla lista civica del sindaco, con funzioni di presidente vicario, e Giordano Tredicine (Pdl). A Gemma Azuni (Sel) e Dario Rossin (Fratelli d’Italia) il compito di coadiuvare il lavoro del presidente e dei vicepresidenti nel ruolo di segretari d’aula.

Forte, nelle parole del sindaco, «genovese di nascita ma orgoglioso di essere romano», anche l’appello ai romani stessi. «Per risolvere i problemi di questa città – ha dichiarato – serve anche l’impegno dei cittadini: devono essere disposti a impegnarsi in prima persona». Quindi ha chiarito di non voler presentare, nella prima seduta, linee programmatiche: il «rispetto assoluto delle istituzioni – ha detto – mi impone di depositarle alcuni giorni prima della seduta del Consiglio in cui le esporrò, per permettere ai consiglieri di leggerle e valutarle». Stesso criterio per quanto riguarda la giunta, le cui linee guida saranno preventivamente sottoposte agli assessori, «in modo da poterle condividere».

2 luglio 2013

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