Quattro libri davanti al presepe

Tra le strenne di Natale, segnaliamo “Lo Hobbit annotato”, che contiene il testo del romanzo di Tolkien tradotto in 41 lingue, nell’edizione ampliata da Anderson, con una serie di spiegazioni, riferimenti e illustrazioni di Paolo Pegoraro

La Natività alle porte. E davanti al Presepe, la mattina del 25 dicembre, qualcuno potrebbe anche sognare di trovare un libro (o un e-book) per trascorrere qualche piacevole ora nel più classico degli sport invernali: lettura a oltranza infagottati sotto il piumino. Inutile dire che, complice l’attesissima uscita del nuovo film di Peter Jackson, Lo Hobbit la farà da padrone. Gli scaffali delle librerie sono state inondate di volumi fotografici, dedicati per lo più al colossal cinematografico, che è però un’ottima occasione per riprendere in mano il romanzo di Tolkien.

«In un buco nel terreno viveva uno hobbit»: tradotto in 41 lingue, questo incipit ha fatto il giro del mondo. Tra le edizioni in commercio consigliamo Lo Hobbit annotato (Bompiani, pp. 422, ill., 13 euro), che offre alcuni vantaggi. In primo luogo, la nuova traduzione curata dalla Società Tolkeniana Italiana, più fedele e scorrevole dell’ormai stagionata versione prodotta per Adelphi nel 1973. In secondo luogo, si tratta dell’edizione «rivista, annotata e ampliata da Douglas A. Anderson». Il che significa che oltre al testo del romanzo di Tolkien, che occupa la sezione centrale delle pagine, troverete su due colonne ai margini una serie di spiegazioni, riferimenti e illustrazioni che vi faranno rendere conto come abbiate tra le mani qualcosa in più di una “fiaba per i più piccoli”. Lo Hobbit è il cantiere dell’immaginazione tolkieniana, dove il bambino trova la favola e lo sguardo dell’adulto può penetrare molto più in profondità.

Per gli amanti del romanzo storico consigliamo almeno altri due titoli. Il primo è Bragadin (Marcianum Press, pp. 721, 26 euro) del russo Sergej Tseytlin. Ambientato nel XVI secolo, nel bel mezzo di un vero e proprio scontro di civiltà, il racconto ripercorre l’eroica vicenda di Marcantonio Bragadin, il comandante che difese Famagosta dall’assedio ottomano in condizioni di assoluto svantaggio (undici mesi di scontro in proporzione 20 a 1). Apparentemente abbandonato dalla Serenissima Repubblica, Bragadin cede le armi davanti alla promessa che le sue truppe saranno risparmiate. Promessa tradita, cui faranno seguito umiliazioni e violenze psicologiche per l’eroico comandante che, pur di non abiurare la propria fede, affronterà una condanna così terribile da protrarsi oltre la sua morte. Il suo sacrificio non sarà tuttavia vano, come stabilirà da lì a poco la battaglia di Lepanto. Una pagina storica da riscoprire, magari prima di recarsi a Venezia dove, nella basilica dei Santi Giovanni e Paolo, riposano le spoglie del condottiero.

Il secondo romanzo racconta non uno scontro, ma un incontro di culture. Ed è, fin dal titolo, una vicenda tutta al femminile. Melissa. La donna che cambiò la storia (Newton Compton, pp. 313, 9,90 euro) di Valter Binaghi, ci introduce nella misteriosa comunità pitagorica Crotone del VI secolo. Una scuola davvero particolare perché, come testimonia Giamblico, tra i suoi primi filosofi vi erano anche 17 donne. Distrutta durante un assalto orchestrato da motivi politici, pochi adepti della scuola scamparono alla strage e imboccarono la via dell’esilio. Tra essi Melissa, venduta come schiava ai Sanniti, popolo guerriero ben lontano dalla fine formazione della giovane filosofa. Una formazione ferma e solida, tuttavia, ricca di conoscenze mediche e pedagogiche che faranno apprezzare la sua presenza. E la stessa Melissa avrà occasione di benvolere la ruvida semplicità dei Sanniti, forse più vicina allo spirito di Pitagora dello sviluppo intellettualistico che alcuni discepoli avevano dato alle sue dottrine. Ma la strada verso la vera sapienza non si sarà raggiunta così facilmente…

Un’ultima proposta per chi ama la saggistica. Vera e propria strenna natalizia, non potrà deludere Il grande racconto delle stelle, poderoso volume firmato da Piero Boitani (il Mulino, pp. 616, ill., 60 euro). Boitani, finissimo studioso e grande affabulatore, ci conduce tra gli scrittori e gli artisti rapiti dall’incanto del cielo notturno: da Omero a Dante, fino a Giotto, van Gogh e Rothko, ma anche Händel e Haydn, Verdi e Wagner.

18 dicembre 2012

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