Primo Angelus di Francesco: «Il Signore perdona tutto»

Dedicato al tema della misericordia l’incontro del Santo Padre con i fedeli in piazza San Pietro: «È bello e importante incontrarci e salutarci di domenica». L’abbraccio di romani e pellegrini di Christian Giorgio

«Un po’ di misericordia rende il mondo meno freddo e più giusto. Abbiamo bisogno di capire bene questa misericordia di Dio, questo Padre che ha tanta pazienza». Sono parole di speranza e di filiale amore nei confronti di Dio quelle rivolte da Papa Francesco nel suo primo Angelus, domenica 17 marzo, alla folla immensa di piazza San Pietro. Una piazza che, come ha sottolineato il Pontefice, «grazie ai media ha la dimensione del mondo». È stato un grande abbraccio di pellegrini e cittadini romani quello che ha accolto il Papa, qualche minuto prima delle 12, appena affacciatosi dalla finestra del palazzo Apostolico. Circa duecentomila fedeli che hanno affollato, oltre alla piazza, anche via della Conciliazione, quasi fino al Tevere. «Dopo il primo incontro di mercoledì scorso – ha esordito il Papa -, oggi posso rivolgere di nuovo il mio saluto a tutti e sono felice di farlo di domenica, nel giorno del Signore. Questo è bello e importante per noi cristiani: incontrarci, parlarci e salutarci di domenica».

Al centro della meditazione di Papa Francesco, nella quinta domenica di Quaresima, l’episodio della donna adultera raccontato nel Vangelo di Giovanni. In questo brano, ha detto il Pontefice, «colpisce l’atteggiamento di Gesù: non sentiamo parole di disprezzo, di condanna, ma soltanto parole di amore, di misericordia, che invitano alla conversione». Il comportamento di Gesù ci mostra, ha aggiunto Francesco, che Dio «ha sempre pazienza con noi, ci comprende, ci attende, non si stanca di perdonarci se sappiamo tornare a lui con il cuore contrito. “Grande è la misericordia del Signore”, dice il Salmo». Il Papa ha poi parlato a braccio, come ha già fatto diverse volte in questi primi giorni di pontificato. Ha ricordato una donna anziana, una «nonna», incontrata nel 1992 a Buenos Aires. «”Il Signore perdona tutto”, mi disse sicura. “Se il Signore non perdonasse tutto, il mondo non esisterebbe”. Quella è la sapienza – ha aggiunto Papa Francesco – che dà lo Spirito Santo: la sapienza interiore verso la misericordia di Dio».

Sulla piazza, striscioni colorati e multilingue hanno fatto la loro comparsa sin dalle 11. Tra questi, alcuni anche in romanesco. Quello su cui era scritto: “Damose da fa’”, ricordava le parole di Giovanni Paolo II pronunciate al clero romano nel 2004. E un altro: “Daje France” portato in piazza dalla Gioventù francescana di Roma al Palatino. Tra gli striscioni in spagnolo: “Caminaremos contigo, humilde Pastor de nuestras almas”, mentre un gruppo dall’Ecuador inneggiava: “Paz en el mundo, Ecuador te saluda!”. Tra gli italiani si distinguevano gli striscioni di Comunione e Liberazione, quello della Comunità di Sant’Egidio, che recitava “Papa Francesco venuto dalla fine del mondo”; quello del Cammino neocatecumenale di Napoli: “Venuto da lontano per portarci lontano”. E ancora, “Santo Padre ti vogliamo bene, prega per noi”; “Coro Diocesi di Roma, siempre con el Papa”. Nei pressi dell’obelisco,accanto al gruppo dell’Unitalsi presente con una cinquantina di malati e ottanta volontari, sono poi comparse decine di bandiere a strisce rosse bianche e nere a sostegno della pace in Siria. Tra i tanti striscioni, forse il più curioso era quello che recitava: “Francisco querido, Portacomaro esta contigo”. Erano i cittadini di Portacomaro, paese di duemila abitanti in provincia di Asti, che ha dato i natali ai nonni del Papa. Erano una trentina, sindaco in testa, a salutare il Santo Padre e a ricordare le sue origini piemontesi.

«Ho scelto il nome del Patrono d’Italia – ha concluso poi Francesco – e ciò rafforza il mio legame spirituale con questa terra, dove sono le origini della mia famiglia. Ma Gesù ci ha chiamati a far parte di una sua nuova famiglia: la sua Chiesa. In questa famiglia di Dio camminiamo insieme sulla via del Vangelo». Quindi è tornato a chiedere ai fedeli di pregare per lui, salutandoli con un semplice: «Buona domenica e buon pranzo!». Una sorta di prova generale, quella di ieri, per quanto succederà domani, martedì 19 marzo, alle 9.30, quando piazza San Pietro si riempirà nuovamente per la Messa di inizio del pontificato, nel giorno della festa di San Giuseppe. Alla celebrazione, ad accesso libero, senza alcun tipo di biglietto, sono attesi centinaia di migliaia di fedeli, oltre a capi di Stato e a duecento delegazioni provenienti da tutto il mondo.

18 marzo 2013

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