Per le brigidine un secolo nel segno dell’ospitalità

Un triduo di eventi per fare memoria del primo secolo di vita dell’istituto e della fondatrice, la svedese Elisabetta Hesselblad di Laura Badaracchi

Dalla casa-madre di piazza Farnese, fino alle altre cinquanta sparse nel mondo, circa 700 brigidine fanno dell’accoglienza e dell’ospitalità il loro apostolato: in tre continenti – Europa, Americhe e Asia – la loro presenza anima «ostelli di carità ecumenica». Lo ha sottolineato la loro abbadessa generale, madre Tekla Famiglietti, durante il convegno “Originalità e continuità dell’Ordine di Santa Brigida a cento anni dalla fondazione (1911-2011). Brigida, una donna europea”, svoltosi il 3 giugno al Palazzo della Cancelleria.

L’evento, al centro di un triduo di iniziative per fare memoria del centesimo compleanno dell’istituto, è stato preceduto il 2 giugno da una celebrazione ecumenica nella chiesa di Santa Brigida – presieduta dal cardinale Kurt Koch, alla guida del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani – e seguito il sabato 4 da una Messa solenne, sempre nella chiesa adiacente alla casa-madre, celebrata dal cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione delle Chiese orientali.

L’8 settembre 1911 madre Elisabetta Hesselblad, luterana svedese convertitasi al cattolicesimo e proclamata Beata nel 2000 da Giovanni Paolo II, diede vita all’Ordine del Santissimo Salvatore di Santa Brigida, compatrona d’Europa, che nel Trecento aveva inaugurato il primo monastero in Svezia; in seguito il nuovo Ordine si diffuse in tutto il vecchio continente fino alla Controriforma. Da qui in poi iniziò il suo declino; madre Hesselblad – «icona di ecumenismo spirituale», l’ha definita il vescovo di Caltanissetta Mario Russotto – volle rilanciare la regola e spiritualità brigidina, caratterizzata da «contemplazione, adorazione, riparazione», ha ricordato l’abbadessa generale, menzionando i frutti della presenza della fondatrice a Roma, nella casa di piazza Farnese, che fu abitata anche da santa Brigida. «Ospitò un gruppo di bambini rimasti soli dopo il terremoto del 1915 – ha sottolineato – e accolse fratelli ebrei dopo la promulgazione, nel ’38, delle leggi razziali».

Inoltre dal ’72 la chiesa intitolata a Santa Brigida, accanto alla casa-madre in piazza Farnese, è a disposizione come luogo per il culto dei luterani residenti nella capitale e dei turisti non cattolici; molto attivo in ambito ecumenico anche il Centro internazionale di Farfa Sabina, in provincia di Rieti. Dopo un secolo, quindi, «il seme dello spirito posto in due donne svedesi continua a lievitare nella terra», ha commentato monsignor Russotto. Ancora oggi, infatti, le brigidine sono chiamate «ad assumere le inquietudini della contemporaneità», ha rilevato monsignor Dario Edoardo Viganò, preside dell’Istituto Redemptor hominis presso la Pontificia Università Lateranense. Fino a «essere considerate un ponte tra i Paesi scandinavi e Roma», ha evidenziato madre Elisa Famiglietti, vicaria generale della congregazione, citando l’augurio formulato da Paolo VI alla fondatrice: un impegno costante per l’unità della Chiesa profondamente avvertito anche da santa Brigida, ha rimarcato il cardinale tedesco Walter Brandmüller, presidente emerito del Pontificio Comitato di scienze storiche.

«Una presenza esemplare della Chiesa nel mondo, quella delle brigidine», secondo il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle cause dei santi. E una testimonianza necessaria in un’Europa che sembra aver smarrito le sue radici, mentre in passato «la fede è stato il collante tra i vari Paesi; invece oggi scarseggia una interpretazione spirituale e teologica della storia», ha osservato il gesuita Marko Rupnik, direttore del Centro Aletti, tornato temporaneamente da Madrid: nella capitale spagnola sta ultimando con il suo gruppo di artisti il mosaico della cappella del Santissimo Sacramento, all’interno della cattedrale dell’Almudena consacrata da Papa Wojtyla nel ’93, dove Benedetto XVI celebrerà la Messa il 20 agosto con i seminaristi e i giovani religiosi candidati al sacerdozio, durante la prossima Giornata mondiale della gioventù.

6 giugno 2011

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