Padre Lombardi: «L’annuncio del Papa ci ha colto di sorpresa»

L’incontro con i giornalisti nella Sala stampa della Santa Sede: «Andiamo verso una situazione inedita». Il canonista don Redemagni: «Non si può parlare di dimissioni ma di rinuncia» di Federica Cifelli

«Il codice di Diritto canonico è molto chiaro: non si può parlare di dimissioni ma di rinuncia». A spiegarlo è don Giuseppe Redemagni, esperto di diritto canonico, parroco di San Paolo della Croce e prefetto della XXXI prefettura, al termine della conferenza stampa appena conclusa in Vaticano relativa all’annuncio del Papa di poche ore fa: «Le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino». Prima di lui, dichiara Redemagni, «sono 5 i Papi che hanno rinunciato al governo della Chiesa: san Ponziano, Giovanni XVIII, Benedetto IX, Celestino V e Gregorio XII». La rinuncia, osserva ancora il canonista citando il codice di Diritto canonico, «si può considerare valida se fatta liberamente. In più deve essere manifestata “debitamente”». In un contesto, quindi, pubblico e autorevole. «Non si parla di dimissioni perché non si richiede che alcuno le accetti – rileva don Redemagni -, ma il Papa può legittimamente manifestare una sua rinuncia».

Conferenza stampa di padre Lombardi – Parte 1/3

Una dichiarazione «non improvvisata», che «ci ha colto di sorpresa». Questo il commento di padre Federico Lombardi, portavoce della Sala Stampa della Santa Sede, durante la conferenza stampa convocata immediatamente dopo il Concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto durante il quale il Papa ha comunicato ai cardinali la sua rinuncia. Una dichiarazione «formale», come richiesto proprio dal canone, in latino, «ascoltata con il fiato sospeso». Il Santo Padre, ha riferito, era «molto concentrato», consapevole di attraversare «un momento molto importante per la vita della Chiesa». Ora, ha aggiunto padre Lombardi, «andiamo verso una situazione inedita. Vediamo come il Papa la vivrà».

Secondo il direttore della Sala Stampa, comunque, la scelta di Benedetto XVI è coerente con quanto dichiarato nel libro – intervista scritto con Peter Seewald “Luce del mondo. Il Papa, la Chiesa e i segni dei tempi”, pubblicato nel 2010. Rispondendo, in particolare, a due domande, in quel testo, ha ricordato padre Lombardi, il Santo Padre affermava che «quando il pericolo è grande non si più scappare», e il riferimento era alla crisi derivata dalla scoperta degli abusi all’interno della Chiesa. «Proprio in momenti come questi bisogna resistere e superare la situazione difficile. Questo è il mio pensiero. Ci si può dimettere in un momento di serenità, o quando semplicemente non ce la si fa più».

Conferenza stampa di padre Lombardi – Parte 2/3

«Santità, come un fulmine a ciel sereno ha risuonato in quest’aula il suo commosso messaggio», aveva dichiarato il decano del collegio cardinalizio Angelo Sodano al termine del Concistoro, dopo avere ascoltato l’annuncio del Papa. «L’abbiamo ascoltato con senso di smarrimento, quasi del tutto increduli. Nelle sue parole abbiamo notato il grande affetto che sempre ella ha portato per la Santa Chiesa di Dio, per questa Chiesa che tanto ella ha amato. Ora – ha continuato – permetta che le dica che le siamo più che mai vicini, come lo siamo stati in questi luminosi 8 anni del suo pontificato».

Certamente, ha commentato padre Lombardi, il cardinale Sodano era informato della scelta di Bendetto XVI, essendo uno dei suoi più stretti collaboratori. Quindi, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha spiegato che il Santo Padre, dopo il 28 febbraio, andrà prima nella residenza di Castel Gandolfo, quindi si trasferirà nella struttura che ospitava il monastero di clausura all’interno della Città del Vaticano, già sede della direzione amministrativa della Radio Vaticana. E quanto alla qualifica per il futuro, «l’opzione più ragionevole – ha osservato – è vescovo emerito di Roma, ma è un problema che ci porremo in seguito».

Conferenza stampa di padre Lombardi – Parte 3/3

Dopo il 28 febbraio si aprirà, per la Chiesa di Roma, un periodo di sede vacante, nel quale restano in carica i segretari delle congregazioni e il sostituto della Segreteria di Stato, in attesa che il conclave elegga il nuovo Sommo Pontefice. Eventualità che, secondo il portavoce della Sala Stampa vaticana, potrebbe verificarsi entro Pasqua.

11 febbraio 2013

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