Padre Lombardi: data conclave, decidono i cardinali

Smentite le indiscrezioni di stampa circolate sull’inizio. «La possibilità del Motu Proprio», ha detto il portavoce vaticano nel briefing con i giornalisti, «è nelle mani del Santo Padre» di Federica Cifelli

Che ci sia o no un apposito “Motu proprio” del Papa, «la data di inizio del conclave viene stabilita dalla congregazione dei cardinali in sede vacante». Questo significa che «non esiste la possibilità di dire in anticipo la data prima della decisione dei cardinali». Nel briefing di oggi, 21 febbraio, padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha smentito le indiscrezioni di stampa circolate sulla data d’inizio del conclave. «Non c’è nessuno in Vaticano, neanche autorevolissimo», ha ribadito ricordando la legislazione vigente in materia, che può pronunciarsi in merito: «Può fare una scommessa, ma non può dire qualcosa fondata sul diritto».

Domani, ha annunciato comunque il portavoce vaticano, nella Sala Stampa della Santa Sede ci sarà un briefing con monsignor Arrieta per «una lettura insieme» della Costituzione apostolica “Universi dominici gregis”. «La possibilità del Motu Proprio è nelle mani del Santo Padre», ha confermato padre Lombardi: «Non sono in grado di anticiparne la pubblicazione in questo momento», ha aggiunto ribadendo quanto detto ieri, e cioè che il Papa «sta prendendo in considerazione» la pubblicazione del Motu Proprio. «Fino a quando non so con certezza che l’ha firmato – ha dichiarato -, non posso dire altro».

Tra le indiscrezioni dei media alle quali si è riferito il portavoce vaticano nel corso dell’incontro con i giornalisti, anche quella relativa al rapporto con i lefebvriani, in merito al quale si era ipotizzata la scadenza del 22 febbraio come momento in cui attendersi una parola definitiva di Benedetto XVI. «Quasi che il 22 febbraio fosse il termine definitivo di chiarimento, di conclusione della situazione», ha commentato padre Lombardi smentendo tale notizia. In queste circostanza straordinarie, ha ribadito il sacerdote, «le disposizioni relative ai rapporto con la comunità sacerdotale S. Pio X vengono affidate dal Santo Padre al prossimo Papa». Non c’è da aspettarsi una decisione del Papa, ha precisato, «come se fosse imminente e definitiva».

Anche per quanto riguarda gli articoli di stampa che riferiscono del rapporto fatto al Papa dai tre cardinali Herranz, Tomko e De Giorgi sulla fuga di documenti riservati dal Vaticano, «non stiamo a correre dietro a tutte le illazioni, le fantasie, le opinioni che vengono espresse su questo punto». Questo l’invito rivolto dal portavoce vaticano ai giornalisti che, illustrando la “linea” della Santa Sede in materia, ha spiegato: «La Commissione ha fatto il suo lavoro, lo ha offerto nelle mani del Santo Padre. I tre cardinali hanno concordato la linea di non rispondere su questo tema e di non concedere neanche interviste».

21 febbraio 2013

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