“Once”, storia vera e stile che coinvolge

Si muove tra realtà e finzione la storia di due autentici musicisti che si incontrano a Dublino di Massimo Giraldi

In questo finale di stagione ci sono alcuni film che, magari un po’ trascurati al momento dell’uscita, meritano una rinnovata attenzione da parte del pubblico. Uno di questi è “Once”, una produzione irlandese arrivata sui nostri schermi sulla scia di un forte apprezzamento ottenuto in vari festival internazionali.

La storia si svolge a Dublino oggi. Qui si incontrano per caso un chitarrista che suona per strada e ripara aspirapolveri nel negozio del padre, e una ragazza ceca che svolge umili lavori per mantenere la mamma e la figlioletta. I due si scoprono grandi appassionati di musica, e lui la convince a realizzare insieme un demo da inviare alle case discografiche. Subito dopo, lei decide che è il momento di tornare in patria e ricomporre la famiglia, con la figlia e il marito. Lui invece parte per Londra, dove l’aspetta una sua ex ragazza. I due sono autentici musicisti, la loro storia si muove tra realtà e finzione in un impasto che conserva le belle cornici di Dublino e vira nel favolistico di situazioni quasi oniriche.

I brani sono all’insegna di armonie malinconiche, i dialoghi corteggiano un timido crepuscolarismo, i sentimenti sono appena accennati e subito rientrano. Un copione minimalista che coinvolge per il modo semplice e pudico con cui esprime affetti, desideri, sensazioni. Un film piccolo, ma ugualmente importante e significativo

29 giugno 2008

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