Omaggio alla Yourcenar alla Centrale Montemartini

L’imperatore Adriano, protagonista delle “Memorie”, nella mostra dedicata alla scrittrice di Francesca Romana Cicero

Al cospetto dell’imperatore Adriano, il cui modus vivendi per adempiere al proprio compito di comandare e servire è stato poeticamente tratteggiato da Marguerite Yourcenar nelle “Memorie”, si presentano cinque artisti contemporanei per rendere omaggio alla scrittrice belga – prima donna eletta nel 1981 all’Académie Française – a vent’anni dalla sua scomparsa.

In un dialogo immaginario con il passato, culla di un avvenire che reca, ad un tempo, tracce impercettibili di logorio e copiose speranze di vita durevole, eterna, prendono forma con sensibilità moderna parole, incise sulla pietra (nell’arte) e sulla pagina (nella letteratura), che vorrebbero assicurarsi anch’esse il superamento della caducità umana nella corporeità.

I lavori esposti affondano le radici in un lontano passato, che si dispiega poliedricamente in un continuo divenire. Il tempo grande scultore – titolo di un saggio della Yourcenar preso in prestito dalla mostra – frantuma la meditazione sull’antico in 50 opere tra dipinti, sculture ed installazioni, con un singolare intreccio di volontà, memoria e sfida.

Gli artisti, su invito del Centro Antinoo per l’arte, ispirandosi alla Yourcenar, propongono una nuova Roma antica e moderna, alla formazione del cui volto ha contribuito l’esemplarità di Adriano – successore colto di Traiano, realizzatore di grandi opere pubbliche (la villa a Tivoli e la Mole adriana, poi designata come Castel Sant’Angelo) e militari (il vallo, fortificazione difensiva costruita in Britannia) – e un ideale di perfezione di bellezza, incarnato da Antinoo – giovane amato dall’imperatore.

Fruibili le opere in bronzo di Paola Crema, i dipinti con fiori di loto (simbolo di resurrezione) e le rappresentazioni di Antinoo di Georges de Canino e Luciana Fortini; di difficile interpretazione l’installazione video della Pizia – sacerdotessa del tempio di Delfi che pronunciava l’oracolo – “scultura in parola” di Alessandra Pescetta. Ermetiche anche le opere di luce di Roberto Fallani, nelle quali l’illuminazione si sostituisce agli elementi pittorici e scultorei, e la sovrapposizione tra antico e moderno è svelata dal simbolo e amalgamata dalla luce artificiale che, non a caso, rimanda alla luce elettrica della Centrale Montemartini, che ospita la mostra.

Opportuna, al di là delle singole opere, è la scelta della sede espositiva. Nella Centrale Montemartini, situata sulla via Ostiense, sulla riva sinistra del Tevere, centinaia di capolavori della scultura antica e ricostruzioni di monumenti della Roma di Cesare ed Augusto sono accostati a turbine a vapore e colossali motori diesel, testimonianze di una realtà tecnologica ed industriale agli albori. In essa
passato e presente, dunque, antico e moderno, dialogano con un perfetto dualismo tra architettura industriale e classica.

“Il tempo grande scultore” c/o Centrale Montemartini, Via Ostiense, 106. Fino al 21 novembre 2007. Curatori: Laura Monachesi, Massimo Domenicucci, Raffaele Mambella. Orari: dal martedì alla domenica dalle 9 alle 19 (la biglietteria chiude 30 minuti prima). Biglietto d’ingresso + mostra: intero 4,50 euro; ridotto 2,50 euro; gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente. Informazioni: tel. 06.82059127 (tutti i giorni dalle 9 alle 19.30).

13 novembre 2007

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