“Obiettivo Apurimac”, una mostra per il Perú

Nella sede dell’Istituto Europeo di Design, giovedì 26, l’inaugurazione dell’esposizione fotografica per il sostegno di iniziative sanitarie nelle Ande di Ilaria Mulè

Senza fini di lucro. Non è un dovere. È un fatto: Apurimac onlus, organizzazione non governativa no-profit di utilità sociale, lavora per i disagiati della regione meridionale del Perú, tra le più povere di tutta l’America Latina, l’Apurimac appunto. Lo racconta il reportage, nell’ambito di “Apriti Ied”, “Noi abbiamo scattato le foto, tu li hai fatti sorridere”. A Roma l’inaugurazione: giovedì 26, alle ore 18, nella sede dell’Istituto Europeo di Design in via G. Branca 122 (Testaccio) sarà la prima data di esposizione della mostra fotografica itinerante, “Obiettivo Apurimac”, visitabile fino al 30 settembre. Poi la partenza per altre città della penisola. In primo piano la popolazione andina. Gli scatti testimoniano le cure mediche prestate agli abitanti di queste zone impervie, sui 4000 metri di altezza.

Oltre al sostegno del Ministero degli Affari esteri, patrocinata dalla Fondazione pubblicità progresso, l’iniziativa beneficia dei fondi ottenuti grazie al supporto degli operatori di telefonia mobile con sms solidali, su cui c’è totale trasparenza. E questa è una priorità, come afferma Roger Bergonzoli, responsabile Comunicazione e Marketing. L’associazione laica intende affiancare i missionari agostiniani italiani, presenti nel territorio già dal 1968.

Il diritto universale alla salute sta sulla carta. Nei villaggi sperduti sulla Cordigliera delle Ande l’assistenza fornita dal Centro di salute, ossia un ospedaletto da campo montato in poche ore e attivo un paio di giorni per poi ripartire dopo aver visitato da 200 a 400 pazienti, non è più principio teorico ma un’azione compiuta, prassi. Le foto a colori descrivono l’ambiente arido e secco in cui vivono le comunità campesine.

“Sembra di stare in un paesino italiano di cento anni fa”, riferisce Francesca Bellini, dell’agenzia romana PressTime, curatrice della mostra. Anche a voce fa un ritratto delle generazioni che hanno accettato l’aiuto della onlus. Racconta che i bambini (allarmante il rapporto Unicef peruviano) soffrono di carenze alimentari fondamentali, hanno a disposizione solo qualche patata e qualche scatoletta di tonno, però mangiano moltissime caramelle. Le donne anziane si presentano con le orecchie piene di erbe varie, una fitoterapia fai-da-te che probabilmente risale a lustri fa.

Le patologie più diffuse sono parassitosi, infezioni, polmoniti. I casi più gravi sono mandati a Cuzco, dove dal maggio 2006 c’è il Poliambulatorio “Lucia Vannucci Maiani” in cui sono stati attivati i servizi sanitari più urgenti: pronto soccorso, medicina generale, chirurgia ambulatoriale, pediatria, odontoiatria, ginecologia, cardiologia, laboratorio di analisi, farmacia e radiologia.

Hanno usufruito di cure gratuite più di 10mila persone tra i 500mila abitanti della regione di Cuzco e dell’Apurimac. Possiamo conoscere il loro volto attraverso le immagini della mostra. Per aiutarle, ecco “Adotta una Cura”, il nuovo progetto di sostegno a distanza per garantire il mantenimento del Poliambulatorio e incrementare le campagne sanitarie itineranti. Volontari specializzati cercansi. Infoline: tel. 0645426336, www.apurimac.it, obiettivoapurimac@apurimac.it.

25 giugno 2008

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