«Now you see me», una favola leggera

Una scorribanda tra magia, finzione, realtà e doppio gioco in una pellicola che richiama alla memoria i tempi in cui i film venivano proiettati su una lanterna magica di Massimo Girardi

Un bel copione, una storia che mescola situazioni e persone, confonde le idee e stimola la curiosità per risolvere l’enigma. È quanto accade in Now You see me – I Maghi del crimine, in uscita in questa settimana insieme ad un altro nutrito gruppo di titoli. Film «di genere», si dice per intendere che siamo di fronte ad un prodotto che miscela abilmente un vecchio e un nuovo modo di fare cinema, partendo da una vicenda anch’essa a metà tra antico e moderno. Un supergruppo di maghi, chiamato I Quattro Cavalieri e guidato dal magnetico Atlas, si esibisce in alcuni spettacoli di magia improntati ad una alta, raffinata tecnologia.

Quando uno spettatore viene coinvolto casualmente e diventa complice di un rapimento in una banca di Parigi guidato da Las Vegas, gli spettatori restano esterrefatti, applaudono convinti e partecipano alla improvvisa distribuzione di soldi. L’idea che si tratti di un gioco però non convince tutti. L’agente speciale dell’Fbi Dylan Hobbs, incaricato del caso, è del parere che quei fantomatici «maghi» mettano la loro abilità al servizio di qualche disegno criminale. Contro voglia, si trova costretto a lavorare con Alma, una detective dell’Interpol arrivata dalla Francia per tutelare gli interessi della banca. Hobbs segue diverse piste, coinvolge un famoso smascheratore di magie ma ogni qualvolta sembra vicino alla soluzione, qualcosa arriva a rimescolare tutte le carte.

Va riconosciuto agli autori della sceneggiatura il merito di aver composto un bel puzzle, un rompicapo dentro il quale la logica dell’agente Hobbs, tutta dedita a cercare di ragionare, si scontra con l’irrazionale di luoghi che non ci sono e persone che scompaiono. Più lo scenario si ingarbuglia, più le domande si fanno pressanti: chi organizza tutto? Quale mente guida i quattro «maghi»? Con quale obiettivo? Ma forse essere più astuti non basta, e il finale arriva inaspettato. La regia imprime poi alle immagini un ritmo frenetico e fortemente dinamico, con un inseguimento per le strade di New York ad alto tasso spettacolare.

In questa scorribanda tra magia, finzione, realtà, doppio gioco, la storia richiama alla memoria i tempi in cui i film venivano proiettati su una «lanterna magica». Ricordano i realizzatori che «quando si entra nella sala cinematografica, si è preparati a credere nella magia, perché questo è quello che sono i film. Si deve momentaneamente sospendere l’incredulità, reprimere quello che si sa essere vero e credere in tutto quello che si vede». Una favola leggera, piena di suspance e movimento.

15 luglio 2013

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