Notte di preghiera per i Papi santi. Migliaia di giovani nelle chiese del centro
L’evento, organizzato dall’Ufficio per la pastorale giovanile, ha trasformato la città in un oratorio a cielo aperto. A San Bartolomeo all’Isola si è pregato anche in arabo di Elisa Storace
Un unico, grande, esultante oratorio a cielo aperto. Così si mostrava il centro storico di Roma durante la Notte bianca di preghiera organizzata dall’Ufficio per la Pastorale giovanile del vicariato alla vigilia della canonizzazione dei due Papi santi. Un oratorio en plein air che, nonostante la pioggia che nel pomeriggio è scesa abbondante da un cielo livido, al tramonto si è riempito di pellegrini diretti nelle chiese delle veglie.
Ad aprire la serata San Giovanni in Laterano con una Messa dedicata ai fedeli della diocesi di Bergamo, accorsi in gran numero per il “Papa buono”. «Non potevamo perdere la canonizzazione del nostro Papa – spiega Cinzia, arrivata da Trescone Balneario con uno dei tanti pullman giunti a Roma nelle ultime ore – oltretutto il nostro parroco è proprio di Sotto il Monte e non avrebbe mai mancato questo momento». Infatti don Ettore, il parroco, che è con loro, spiega di essere particolarmente legato a Giovanni XXIII «quando i miei genitori vennero a Roma per l’intronizzazione, io ero molto piccolo e rimasi a casa ma mia sorella mi portò al bar per vedere la cerimonia in televisione: a guardare quelle immagini c’era mezzo paese». Un affetto di popolo confermato da monsignor Ottorino Assolari, vescovo di Bergamo missionario in Brasile: «I tanti fedeli bergamaschi che sono accorsi per festeggiare la canonizzazione di Roncalli – dice – mostrano davvero il “cuore caldo” di Bergamo».
La sera prosegue e Santa Maria in Montesanto a piazza del Popolo, la chiesa degli Artisti, dove Angelo Roncalli fu ordinato sacerdote nel 1904, è la prima delle chiese del centro ad aprirsi ai poncho e agli ombrelli dei pellegrini. Mentre iniziano le veglie le strade del Tridente sono un fiume di fedeli che scorre verso San Pietro. Alla chiesa delle Sacre Stimmate di San Francesco a largo di Torre Argentina, Francesca Chiara, battezzata l’anno scorso, in attesa della catechesi di don Fabio Rosini sulle parole dei due Papi rivolte ai giovani, spiega il senso del suo esserci con poche parole: «Ho detto al mio fidanzato, “se non andiamo ci perdiamo una grazia”, perché questa è proprio una notte di grazia».
Intanto alla Chiesa del Gesù, insieme ai pellegrini spagnoli, i giovani del cammino neocatecumenale ascoltano una riflessione proposta da Giampiero Donnini, segretario delle Comunità, che dal pulpito ricorda: «Non siamo venuti qui a battere le mani per due santi ma a chiedere “Dio, Tu cosa vuoi da me?”, perché Lui ci chiama tutti alla santità». Un messaggio inteso bene soprattutto dai più giovani, come Beatrice, 17 anni, della parrocchia dei Martiri Canadesi impegnata nel “servizio d’ordine”: «La santità – dice – non è una cosa lontana, ma un modo di essere nella vita di tutti i giorni».
Nella basilica di San Bartolomeo all’Isola Tiberina si prega in italiano e in arabo con la Comunità di Sant’Egidio. «Prima della veglia un sacerdote siriano ha confessato in arabo – spiega Paolo Ciani, esperto di dialogo interculturale della Comunità – per permettere anche ai fedeli di lingua araba di partecipare pienamente a questa notte di preghiera». «D’altra parte – ha aggiunto – qui si conservano le reliquie dei Nuovi Martiri del XX e XXI secolo, testimoni delle fede da tutti e cinque i continenti».
Ma se nelle chiese si sentono tutte le lingue per le strade è soprattutto il polacco che emerge. E sono loro che, in centinaia, cantano e ballano davanti a Sant’Agnese in Agone a piazza Navona, dove è esposta la Croce della Giornata Mondiale della Gioventù donata da Wojtyla ai giovani, che partirà per la Polonia per la Gmg del 2016: centinaia di ragazzi che coinvolgono i passanti in inni danzanti. Un gruppo di pellegrini sfila su corso Vittorio sventolando la bandiera americana cantando “When the Saints go marching in”: “quando i santi marceranno Signore, come vorrei essere con loro”. Un desiderio che unisce idealmente tutti i pellegrini del “grande oratorio” e i loro “2PopeSaints”.
28 aprile 2014