New Age, l’era di indivualismo e relativismo
Una “religiosità” senza Dio e Chiesa, senza aldilà. Il legame con gli “esoterismi” che consentono la messa in atto di varie iniziazioni ai misteri del cosmo. Teorie impregnate anche di satanismo di Aldo Buonaiuto
La seconda metà del ‘900 ha visto il sorgere e il proliferare di sette e nuovi movimenti religiosi che hanno preso avvio negli Stati Uniti sullo sfondo della “rivoluzione dei fiori” e della collegata controcultura giovanile. All’interno di queste nuove realtà si delineano subito due aspetti: l’emergere di movimenti cristiani di tipo fondamentalista, che avrebbero dominato la scena nei decenni successivi, e l’aumento di importanza dell’elemento orientale.
Si tratta comunque di movimenti laici che rifiutano di delegare il monopolio del sacro a una “casta sacerdotale” e assegnano centralità alla scelta individuale; come esito dell’incontro con la modernità, respingono i valori del contesto di origine. Nella seconda metà degli anni Settanta alcuni di questi gruppi sono scomparsi o hanno trovato un terreno di coltura in una base sociale incline a formazioni di tipo settario.
I cambiamenti strutturali intercorsi hanno creato nel frattempo un substrato sociologico favorevole a un tipo di religiosità più fluida e flessibile. Questo nuovo tipo di religiosità, emerso nel corso dei primi anni Ottanta, si identifica con il movimento della New Age, che esprime al meglio l’era dell’individualismo e del relativismo, mescolando elementi della cultura occidentale con altri della spiritualità orientale, come la credenza nella reincarnazione.
Nella New Age non si riscontra una forma di religione ben precisa, né un concetto di divinità oggettivo e trascendente, ma un divino astratto, interiore all’individuo che lo vive e ne fa esperienza in modi sempre diversi rispetto alle altre persone. Il singolo è invitato a realizzare, nel “tempio” particolare del proprio io, il processo decisivo di trasformazione della propria coscienza, il proprio Sé, corrispondente con la possibilità di “creare la propria realtà”.
Per questo il processo salvifico è necessariamente un processo psicologico, un viaggio interiore nei meandri della psiche. Uno degli elementi costitutivi della New Age è un panteismo che si traduce nel rigetto di un Dio creatore, personale, trascendente il cosmo, a favore di una realtà ultima, variamente denominata, che si configura comunque come Mente, Energia, Vita. La New Age presenta apparentemente tutte le religioni come parimenti efficaci al raggiungimento della felicità, ma poi, nella pratica, le rinnega tutte giudicandole superate rispetto al proprio messaggio e all’avvento della “nuova era”.
Grazie alla gnosi (forma elevata e perfetta di conoscenza) che porta alla scoperta del Sé, sarà possibile rientrare in possesso della propria vera natura, sintonizzandosi con i propri simili, vivendo in armonia con il cosmo. Una “religiosità”, quella della New Age, senza Dio e Chiesa, una “religione” senza aldilà e senza giudizio: nessuno può essere ritenuto responsabile per il male fatto ad altri, perché il male, in realtà, non esiste, ma coincide con l’ignoranza che avvolge la mente umana riguardo la sua vera natura, di origine divina. È l’illusione di poter rendere l’uomo dio di se stesso.
Occorre solo affrontare il cammino sublime verso la conoscenza perfetta o illuminazione. Poiché oggi tali forme di conoscenza risultano spesso nascoste ai più, è necessario che qualche maestro illuminato le riscopra e le compartecipi agli eletti. Da questo assunto nasce il profondo legame tra la New Age e gli “esoterismi” che consentono la messa in atto di varie iniziazioni ai misteri del cosmo.
Secondo molti studiosi le teorie in questione appaiono anche impregnate di satanismo per i seguenti motivi: viene eliminato il Dio cristiano e, in sua sostituzione, compaiono diavoli, spiriti ed entità varie; viene proclamata la libertà anche di fronte alle leggi morali e sociali; vengono lasciati larghi spazi alla stregoneria e alla magia nonché a tutte le pratiche occulte, legittimate come strumenti di conoscenza per pervenire alla conoscenza del Sé e del cosmo.
Negli ultimi anni il termine New Age è stato sostituito e perfezionato con quello di Next Age. L’evidenza delle catastrofi ecologiche e l’insediamento del terrorismo hanno tradito la speranza nell’avvento di un’era di pace, armonia e fratellanza universali, profetizzata dai seguaci della New Age. Per aggirare il fallimento di un messaggio illusorio, si è sostituito il vecchio termine con il nuovo, Next Age, nel quale l’individualismo, l’egocentrismo e il relativismo prendono pieno campo oscurando l’impegno nelle problematiche ecologiche e nel sociale.
13 novembre 2012