Musica per il progetto Baobab

Il 26 maggio concerto a Sant’Antonio dei Portoghesi per la costruzione di un polo universitario in Ghana di R. S.

La chiesa di Sant’Antonio dei Portoghesi ospita sabato 26 maggio alle 21 un concerto di raccolta fondi per il progetto “Progetto Baobab. Piantiamo il seme della conoscenza in Ghana”, a cura dell’associazione Amicus, presieduta da padre Caesar Atuire. L’obiettivo: la costruzione di un polo universitario nella regione africana.

In programma l’esecuzione della Petite Messe solennelle per soli, coro, pianoforte e armonium di Gioacchino Rossini. Ad esibirsi, i Cantori di Sant’Antonio dei Portoghesi, accompagnati al pianoforte da Massimo Scapin, concertatore, e da Marco Boido all’armonium. Con loro anche il soprano Mariana Altamira, Margherita Ciani, contralto, Guillermo Pardo, tenore, e il baritono Charles Mathé.

L’iniziativa, spiegano alla onlus Amicus, consiste nella costruzione di un “Villaggio per l’educazione”, che comprende «una scuola di avviamento professionale, l’apertura dell’ambulatorio Baobab Outpatient Clinic in una sede temporanea nel distretto di Biriwa, un’università per la formazione di dirigenti e professionisti che si dedichi allo sviluppo del Paese e infine un centro di ricerca per lo studio, la cura e la prevenzione delle malattie infettive nella popolazione». Tutto realizzato con il lavoro di personale locale, per creare opportunità di occupazione e sviluppare capacità imprenditoriali attraverso la formazione professionale dei giovani. Ma anche per «incrementare la ricerca in ambito sanitario e l’offerta di assistenza medica, favorire la formazione di un’istruzione superiore qualificata, sostenere lo sviluppo attraverso interventi che mirano a potenziare le capacità culturali delle persone che operano in settori chiave della società: dall’educazione al welfare, alla sanità».

Sullo sfondo c’è l’idea di riuscire a migliorare la qualità della vita per un numero considerevole di ghanesi, attraverso un processo di formazione tecnica, culturale e intellettuale che ricopra un arco di circa 10 anni, tra il 2005 e il 2015. Il fine ultimo: l’attivazione delle diverse facoltà universitarie. «La cosa più importante per la formazione di una nuova classe dirigente che possa influire in futuro sulla crescita e sullo sviluppo della nazione». Tanto più in un territorio come quello ghanese, dove invece il sistema educativo è considerevolmente deteriorato e l’accesso all’educazione superiore e universitaria limitato.

23 maggio 2007

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