Moody’s boccia i conti della Regione Lazio

Il giudizio dell’agenzia al livello Baa3, in compagnia di Abruzzo, Calabria, Campania, Molise, Piemonte e del Comune di Civitavecchia. Taglio anche sull’affidabilità di banche e società pubbliche di P. M.

Nuovo intervento pesante dell’agenzia di rating Moody’s. Dopo quello sui titoli di Stato italiani, da A3 a Baa2, effettuato il 13 luglio scorso, ne arriva uno sull’affidabilità di enti locali, banche e società di proprietà dello Stato. E tra le istituzioni locali – quattordici Regioni, le due province autonome di Trento e Bolzano e quattro città capoluogo di provincia – c’è anche la Regione Lazio, inserita tra gli enti con rating più basso di quello dell’Italia: Baa3 (il gradino inferiore della fascia medio-bassa di valutazione) con “outlook negativo”. In compagnia di Abruzzo, Calabria, Campania, Molise, Piemonte, e del Comune di Civitavecchia. Per tutti gli enti locali nella lista le prospettive restano negative in linea con quelle dell’Italia.

Va detto – per far capire meglio il significato del giudizio – che Baa3 è il gradino inferiore della fascia medio-bassa di valutazione. Mentre l’espressione “out look” significa “vista” nel senso di “prospettiva”, “veduta”, “previsione di tendenza”. Una parola entrata nell’uso comune degli analisti finanziari perché le agenzie di valutazione della qualità del credito di una azienda quotata o di un ente pubblico o privato che emette obbligazioni non emettono solo il classico “rating”, ma rendono anche noto l’outlook, una sorta di anticipazione di una possibile correzione del rating.

L’agenzia di rating statunitense ha tagliato contemporaneamente la propria valutazione anche su società come Poste Italiane, Eni, Terna, Acea, tre istituzioni finanziarie e 10 banche, fra le quali Unicredit e Intesa Sanpaolo. La riduzione del rating dell’Italia indica che il governo potrebbe non essere in grado di fornire supporto finanziario alle banche in difficoltà», afferma Moody’s in una nota, sottolineando che una revisione al rialzo della valutazione delle banche è «improbabile nel breve periodo. Comunque pressioni al rialzo sul rating potrebbero svilupparsi se le banche miglioreranno in modo sostanziale il loro profilo di credito e la loro resistenza». Al ribasso, invece, potrebbero pesare alcuni fattori, fra i quali una prolungata recessione e un ulteriore “downgrade” dell’Italia.

17 luglio 2012

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