Monsignor Twal: «Il Papa a Maggio in Terra Santa»

Il patriarca latino di Gerusalemme nel messaggio di auguri per il Natale svela, anche se non precisa le date, il mese dell’attesa visita di Francesco. Il Papa sarà prima in Giordania e poi Israele e Palestina di R. S.

Sviluppare solidarietà a livello locale e tra le chiese attraverso una rete di comunione e collaborazione. È questo il senso del messaggio del patriarca latino di Gerusalemme Fouad Twal che, per il Natale, ha indirizzato una lettera di auguri a tutte le organizzazioni che, nella diocesi del patriarcato, sono impegnati nel campo della solidarietà. «Il nostro essere solidali con i poveri ed i rifugiati – scrive il patriarca – deve essere gratuito e disinteressato, senza alcun compenso. Il nostro lavoro con i bisognosi deve rivestire una dimensione umana e spirituale. Vuol dire donare ai rifugiati ciò che abbiamo di meglio: la nostra fede, la nostra conoscenza di Dio e questa bella relazione d‘amore tra Dio e gli uomini».

Il patriarca latino ha parlato anche dell’accordo economico che sta per essere concluso tra Israele e la Santa Sede, e della visita di Papa Francesco in Terra Santa, prevista a maggio prima in Giordania e poi in Israele e Palestina. Sull‘accordo «vorrei ricordare – ha detto il patriarca – che sia l’Impero Ottomano, sia gli Inglesi, sia la Giordania – e lo stesso Israele per più di vent’anni – hanno rispettato lo status quo che prevedeva l’esenzione delle tasse per le Chiese. Ai nostri giorni, invece, Israele vuole introdurre dei cambiamenti… L’importante – ha sottolineato – è che non si tocchi Gerusalemme Est; la questione si trova ancora sul tavolo dei negoziati. Noi non vogliamo in alcun modo che questi accordi abbiano un’implicazione politica che cambi lo status di Gerusalemme Est, occupata nel 1967». Parlando della guerra israelo-palestinese, il patriarca ha ribadito che questo «rimane decisivo nella regione, costituendo un grave ostacolo alla stabilità del Medio Oriente» dove «la situazione sta diventando sempre più drammatica. I colloqui israelo-palestinesi sono ripresi a fine luglio, dopo 3 anni di interruzione. Ma gli sforzi sono ostacolati dalla colonizzazione israeliana. Fino a quando questo problema non sarà risolto, i popoli della nostra regione continueranno a soffrire».

A proposito di ecumenismo e di dialogo interreligioso il patriarca, nel suo messaggio di Natale, ha sottolineato come cattolici e ortodossi abbiano celebrato insieme la Pasqua il 5 maggio, «un primo passo verso l’unità completa» che «richiede sforzo da parte di ognuno». Dal capo della Chiesa di Gerusalemme anche la condanna di «ogni forma di fondamentalismo religioso. Abbiamo constatato che quest’anno nella nostra diocesi si è verificato un aumento degli atti di vandalismo che hanno interessato una ventina di luoghi santi o di luoghi di culto, presi di mira dagli estremisti».

19 dicembre 2013

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